"Vent'anni fa l'idea mi sembrava fantascienza... l'evoluzione tecnologica ha trasformato una intuizione fantascientifica in qualcosa di realistico...", così Giuseppe Tornatore racconta la genesi del suo ultimo film, "La corrispondenza" in uscita il 14 gennaio in 400 copie. "Il sogno dell'uomo è di estendere la propria esperienza esistenziale... di questo parla il mio film"...
Nel cast la star britannica e premio Oscar Jeremy Irons e la bellissima modella e attrice ucraina Olga Kurylenko.
"Scegliere Jeremy Irons è stato facile, la rosa di candidati per un personaggio come lo avevo in mente io non era ampia... ci ho parlato per la prima volta via Skype... quasi un segno premonitore...ed è diventato subito il mio protagonista maschile", racconta Tornatore.
La trama è semplice, quasi banale. Lui è un famoso studioso e docente di astrofisica già in età da pensione, lei una studentessa universitaria nella stessa materia, che si paga gli studi facendo la stunt-woman in sequenze cinematografiche pericolose. I due hanno una relazione d'amore da alcuni anni, ma ad un certo punto lui scompare, lasciando dietro di sè un alone di mistero. La love story però non si interrompe, si trasforma invece in una storia a distanza, tenuta insieme da una sequenza di mail, sms, videomessaggi via Skype o registrati, pacchetti e regali, che arrivano regolarmente a casa della ragazza.
"Le storie d'amore non esistono per un narratore se non nell'impossibilità e nella difficoltà. Gli amori felici non destano l'interesse di chi li deve narrare..." dice il regista, che crede nell'amore come "sentimento che non conosce ostacoli".
"Il sogno dell'uomo è sempre stato quello di estendere la propria esperienza esistenziale, la tecnologia sembra poter venire in aiuto per realizzare questo sogno antico. Il film parla anche e soprattutto di questo", aggiunge Tornatore, che a 15 anni dall'idea originale, "un'intuizione fantascientifica, tenuta nel cassetto", come la definisce lui stesso, ha rimesso mano al progetto, semplificandolo e rimaneggiandolo con un'impronta "realisticamente tecnologica".
"Il sogno rimane sogno lo stesso però", aggiunge, "si può manipolare fino ad un certo punto l'esistenza degli esseri umani... Anche se non si può negare che la tecnologia sta trasformando il nostro modo di vivere e sta condizionando il nostro codice di relazione con gli altri". Ed è su questa relazione che Tornatore indugia per quasi due ore in un film in cui i due protagonisti non si incontrano praticamente mai, se non nella scena iniziale. Per il resto i loro dialoghi/monologhi avvengono solo attraverso proiezioni tecnologiche di se stessi.
"Al realismo tecnologico ho voluto inserire però, come contrappunto, scene in cui i protagonisti ricevono messaggi ineffabili, premonitori, quelli che solitamente cogliamo, ma non riusciamo a definire subito...", dichiara Tornatore.
Un cane empatico che "sente" il dolore della giovane donna, una foglia che per pochi istanti si ferma sul vetro della finestra, tremolante, per poi volare via...
Non aiuta nemmeno la colonna sonora firmata dal grande Ennio Morricone, fresco di Golden Globe, con il quale Tornatore si congratula elogiandone la vitalità: "Ennio è un uomo di 87 anni, che ancora fa concerti e tutte queste cose: per me è un privilegio già solo sapere che esiste.. mi mette di buon umore".
Come sempre abbiamo iniziato a lavorare sulla partitura musicale fin dalla prima stesura della sceneggiatura", racconta il regista: "Stavolta si trattava però di affrontare suoni diversi rispetto alle consuetudini di Ennio. È stata una ricerca più sofferta ma entusiasmante, con suoni elettronici combinati con la partitura dell'orchestra".
Il risultato però è una musica di sottofondo quasi monotonale, ad accompagnare un film monocromatico, che non sembra mai riuscire a decollare.