"Ho uno stalker", scriveva su Instagram Ashley Olsen, la 35enne americana amante dell'arte trovata strangolata nel suo appartamento a Firenze il 9 gennaio. Accanto, hashtag come "#stalkeralert" e "#creeperpic", "allerta stalker", "foto inquietante". Gli investigatori stanno passando in rassegna il suo nutrito giro di amici e i suoi contatti social, alla ricerca di qualche indizio che possa metterli sulla strada giusta.
Ma anche se quella frase di tre mesi fa ora suona sinistra, con tutta probabilità era stata scritta per scherzo, a corredare uno scatto che coglieva la ragazza dall'alto e di spalle, mentre portava a passeggio l'inseparabile beagle Scout nel rione di San Frediano, a Firenze. Non risulta, peraltro, che Ashley avesse sporto denunce né segnalazioni di stalking.
L'assenza di segni di effrazione sembrerebbe indicare che Ashley conosceva il suo assassino. L' esame esterno del cadavere ha indicato che l'omicidio è avvenuto nelle 48 ore precedenti il ritrovamento del corpo da parte del fidanzato, escludendo che ci sia stata violenza sessuale. Sarà però decisiva per chiarire com'è morta la giovane americana l'autopsia disposta dalla procura di Firenze.