Non furono Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri a bordo dell'Enrica Lexie, a sparare e uccidere i pescatori indiani della Saint Antony, bensì i colpi mortali sarebbero partiti addirittura da un'altra nave, la greca Olympic Flair. E' quanto sostiene il giornale Libero, seguendo la tesi proposta dal perito Luigi Di Stefano.
L'attacco alla petroliera greca e il mistero dell'orario - Secondo questa tesi, a sparare sarebbero stati i contractor presenti a bordo dell'imbarcazione greca, il cui comandante denunciò un attacco pirata messo in atto da due imbarcazioni. I registri di bordo dell'Enrica Lexie riportano l'assalto alla Olympic intorno alle 18.30, ora in cui il comandante Umberto Vitelli, viene informato dalla Guardia costiera indiana. Ma il personale di bordo della petroliera greca dichiarò invece che l'attacco avvenne solo quattro ore dopo.
Le incongruenze dell'assalto alla Olympic Flair - Ma all'ora in cui i greci raccontano di essere stati attaccati, l'incidente che ha coinvolto i due marò era già avvenuto e in zona, la Olympic Flair sarebbe stata a 2,5 miglia dal luogo in cui era attraccata l'Enrica Lexie, erano presenti moltissimi militari e mezzi. Possibile che i pirati abbiano deciso di attaccare in una situazione così sfavorevole?
Poco credibile, secondo la ricostruzione del quotidiano Libero, anche la teoria per cui i contractor a bordo della Olympic, carica e ancorata, si sarebbero difesi dai piratii solo con gli idranti, riuscendo comunque a far fuggire i malintenzionati.
La verità nascosta dalle autorità indiane - Non sarebbero stati quindi i fucilieri italiani a sparare e uccidere i due pescatori indiani, bensì i contractor presenti sulla petroliera greca. Non solo. Le autorità indiane avrebbero sempre saputo delle incoerenze delle dichiarazioni del personale della Olympic Flair, ma le avrebbe tenute nascoste.