ROTTA BALCANICA

Migranti, Alfano: "Schengen non si tocca" Balcani, "solo controlli anti-terrorismo"

Il titolare del Viminale corregge il tiro a proposito del piano sulla rotta anti-balcanica dopo il ripristino della frontiera tra Danimarca e Svezia e le indiscrezioni sul nostro Paese

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L'Italia non pensa di ripristinare i controlli ai confini con la Slovenia, seguendo l'esempio di Svezia e Danimarca, che hanno reintrodotto la frontiera tra i due Paesi, dopo l'aumento dei flussi migratori e l'insuccesso dei ricollocamenti. Parola del ministro Angelino Alfano, che assicura: "Non abbiamo nessuna intenzione di sospendere Schengen. Quello che abbiamo fatto è rafforzare i controlli in funzione anti-terrorismo lungo la rotta balcanica".

Così il titolare del Viminale spiega il pianificato pattugliamento dei valichi terrestri e ferroviari al confine con la Slovenia. "Le frontiere del Nord-est - ricorda Alfano - sono vicine alla rotta balcanica, che è stata quella del contrabbando e che può ora essere quella dei combattenti stranieri. Stiamo dunque facendo controlli che ci permettono di identificare meglio le persone sospette e assicurare che quella rotta non possa rappresentare un pericolo per noi".

Ue: "Schengen è a rischio" - "Schengen è sotto pressione, stiamo lavorando per riportare la situazione alla normalità", ha detto intanto il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas. "Nessuno ha la bacchetta magica - ha aggiunto il politico greco -. Per salvaguardare l'area di libera circolazione occorre un efficace controllo delle frontiere esterne".

Viminale: "Piano straordinario" - Quanto alla decisione dell'Italia sulla Slovenia, secondo quanto ha detto il ministero dell'Interno, si tratta di un "piano straordinario", che diverrà operativo qualora la situazione non cambierà. Il numero di migranti che hanno varcato il confine italo-sloveno è aumentato negli ultimi mesi. Molti, per il Viminale, non vengono registrati dalla polizia locale e l'Italia è già stata sottoposta a procedura d'infrazione da parte dell'Ue proprio per la mancata identificazione dei migranti. Si tratterebbe di circa 400 persone ogni settimana.

Il fallimento dei ricollocamenti - A creare ancora maggiore tensione è il fallimento dei ricollocamenti. L'accordo prevedeva 80 partenze ogni giorno ma, in tre mesi, hanno lasciato l'Italia solo 150 persone.

Ue convoca Danimarca, Svezia e Germania - Il commissario Ue all'Immigrazione Dimitris Avramopoulos ha convocato per mercoledì a Bruxelles i ministri competenti di Svezia, Danimarca e Germania "per un maggiore coordinamento" di fronte alla pressione migratoria. La decisione, una sorta di richiamo, arriva dopo la stretta dei controlli alle frontiere introdotte proprio da Svezia e Danimarca. Lo annuncia il portavoce della Commissione Ue.

Lo stesso portavoce ha rivelato inoltre che, secondo una "prima analisi" di Bruxelles, i controlli alle frontiere reintrodotti dalla Danimarca sono in linea col codice Schengen.