ONE MAN SHOW

Gabriele Cirilli: "Uno spettacolo hashtag per raccontare la mia vita"

L'attore è al teatro Manzoni di Milano dall'8 al 10 gennaio con "#TaleEQualeAMe": "un racconto di vita molto comico con momenti poetici" dice a Tgcom24

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Gabriele Cirilli porta in scena il suo album dei ricordi in uno spettacolo che, perfettamente in linea con i nostri tempi dominati dai social, è... un hastag. "#TaleEQualeAMe" arriva al teatro Manzoni di Milano dall'8 al 10 gennaio. "Ho pensato a tutte le volte che sei a cena con amici e apri i social e commenti e mi sono detto: perché non farlo in palcoscenico? - spiega lui a Tgcom24 -. E' un racconto di vita molto comico, con momenti poetici".

Dopo aver passato gli ultimi anni a essere qualcun altro in "Tale e quale show" il comico romano ha deciso di portare in teatro la parte più intima di se stesso. "La casa nasconde ma non perde - dice -. Lo diceva nonna Concetta. Ogni pezzettino di vita o ricordo di ognuno di noi è una soffitta o in una cantina ma con l'avvento di internet il nascondiglio viene sostituito da un hashtag dentro il quale puoi conservare le tue emozioni".

Quindi quello che si vedrà in teatro non sarà il Cirilli funambolo che imita questo o quel personaggio, ma lui, nei momenti anche più intimi. "Faccio vedere anche cose molto private - spiega -, come una foto di me e mia moglie a 17 anni, e racconto di questa donna con divido la vita da 32 anni e che per me è stata fondamentale". Su uno schermo passeranno ricordi e oggetti di una vita, che daranno lo spunto per un racconto che potrà svariare o rimanere aderente all'esperienza di Cirilli. "La foto di una bolletta mi dà lo spunto per parlare dei call center - dice -, e poi ci sarà qualche retroscena dal Tale e quale show". E per lui uscito dalla scuola di Gigi Proietti, il modello resta uno: "Diciamo che è un 'A me gli occhi please' fatto a modo mio".

Ma cosa gli ha dato l'esperienza della trasmissione con Carlo Conti che dopo gli anni di Zelig lo ha riproposto al pubblico in una chiave diversa? "Sono grato a 'Tale e quale' perché mi ha permesso di esprimermi a 360 gradi - sottolinea -. Io non sono un imitatore ma con il mio fisico e le mie caratteristiche canore riesco a entrare in molti personaggi, anche molto diversi tra loro". Mettersi alla prova nel ruolo di sosia-clone di qualcuno ha semplicemente esaltato una dote che fa parte del suo bagaglio personale da sempre. "Quando portai in scena la coatta romana Kruca, a Zelig, non stavo imitando qualcuno di preciso ma era una sorta di archetipo, noto a tutti - spiega -. Ho sempre usato questo rubare con gli occhi. Rubo e rifaccio. Ho fatto così anche nello sport: sono stato un ottimo giocatore di basket pur non essendo particolarmente alto, perché copiavo le mosse dei grandi".

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