Tempo di cambiamenti per le 7.767 partecipate italiane: per il 15 gennaio è previsto infatti in Consiglio dei ministri il decreto legislativo che attuerà la relativa riforma. Tra le più importanti novità la "pulizia delle poltrone" con l'arrivo dell'amministratore unico nelle società a controllo pubblico. Via quindi i Cda con tre o cinque membri, salvo "per specifiche ragioni di adeguatezza amministrativa".
Come sottolinea il quotidiano "La Repubblica", che anticipa quelle che saranno le più importanti novità contenute nel decreto legislativo, solo due terzi delle partecipate oggi è in pareggio o utile. Tra queste non ci sono solo le società di Regioni ed enti locali, ma anche le 29 partecipate dall'amministrazione centrale, come ad esempio la Rai. Non tutte però saranno obbligate alle stesse regole: il governo, attraverso un decreto, potrà infatti escludere dalle nuove norme singole società.
La cancellazione delle "scatole vuote" - Entro un anno dall'entrata in vigore del decreto, saranno cancellate d'ufficio dal registro delle imprese quelle controllate che per tre anni consecutivi non abbiano presentato bilanci o compiuto atti di gestione, ovvero le cosiddette "scatole vuote".
Giro di vite anche per le altre, per cui è previsto un monitoraggio periodico annuale. Quelle che non passeranno questo tipo di controllo, saranno sottoposte a piani di razionalizzazione, fusione o soppressione. Nel mirino soprattutto le aziende prive di dipendenti o con un numero di amministratori maggiore rispetto a quello dei lavoratori e in rosso per quattro dei cinque esercizi precedenti.
Giro di vite per gli stipendi dei manager - Il decreto prevede nuovi tetti per gli stipendi dei manager, che dovranno essere "proporzionati alla qualificazione professionale e all'impegno di lavoro richiesti, nonché alla dimensione dell'impresa sociale", mentre la parte variabile della remunerazione sarà proporzionata ai risultati di bilancio raggiunti.
Più difficile la creazione di nuove partecipate - Diventa più difficile costituire nuove società partecipate: per evitare la proliferazione dei decenni passati, per la creazione di una nuova società a controllo pubblico sarà necessario il via libera della Corte dei Conti e dell' Antitrust.
Le responsabilità e le azioni civili - I manager infine potranno essere chiamati a rispondere di danno erariale, mentre qualunque amministrazione socia sarà legittimata a denunciare gravi irregolarità alla magistratura.