"Finalmente l'Italia c'è. Il 2016 vorrei che fosse l'anno in cui smettiamo di recuperare i ritardi e cominciamo a correre più forte degli altri". Così il premier Matteo Renzi a Piazza Affari, in occasione del debutto in Borsa della Ferrari. La quotazione a Milano del Cavallino, dopo quella di New York, "è una straordinaria occasione per gli investitori e credo che debba essere seguita da altre realtà quotate fuori", ha aggiunto.
Davanti al Palazzo della Borsa, come era avvenuto a New York, esposta l'intera gamma della Ferrari: una decina di modelli, compresa l'ultima nata F12 Tdf. Assieme a Renzi presenti anche Sergio Marchionne, presidente della Ferrari, l'amministratore delegato Amedeo Felisa, Piero Ferrari, figlio del fondatore Enzo, il presidente di Fca John Elkann.
"Finito il tempo della paura" - "Che qualcuno amerebbe veder chiudere Taranto, è cosa nota: ma non lo accetteremo", aggiunge parlando della procedura d'infrazione Ue per l'intervento del governo sull'Ilva. "Per l' Italia è finito il tempo della paura: rispetto per tutti ma paura di nessuno", ribadisce.
"L'Italia mantiene gli impegni" - "L'Italia è tornata, mantiene gli impegni, anche se qualcuno non si è ancora liberato dall'ansia dei compiti a casa. Basta pensare al nostro Paese sempre col cappello in mano". Così il premier in un'intervista alla Stampa. E sulla Germania, il presidente del Consiglio afferma: "Non mi piace, qui da noi, una certa subalternità psicologica che ormai trovo surreale".
"In agenda Bcc e diritto fallimentare" - Passando poi dell'agenda politica del 2016, Renzi ha elencato una serie di punti da affrontare: "Dalle banche di credito cooperativo al diritto fallimentare che deve cambiare, alla semplificazione e all'agenda digitale. Abbiamo moltissimo da fare ma con la consapevolezza che l'Italia c'è".
"I problemi che c'erano nell'agenda della politica del 2015 non ci sono più" ha aggiunto il premier. "Questo non vuol dire che tutto è stato risolto, ma l'agenda era fatta di articolo 18, Stabilità, riforma costituzionale, abbassamento dell'Irap: tutte queste cose non riguardano più la politica, perché sono state affrontate".