Il Medio Oriente è una polveriera che spesso viene identificata genericamente nell'Islam. Ma all'interno di questa religione c'è una profondissima divisione che è alla base, spesso, di sanguinose guerre: i sunniti e gli sciiti. Sono due visioni della stessa religione che si confrontano da 1400 anni. Ed è il califfo nominato a successione di Maometto, nel 632 dopo Cristo, il punto di separazione tra sunniti (seguaci di Abu Bakr) e sciiti (fedeli a Ali, cugino e genero di Maometto).
LA SCISSIONE DOPO LA MORTE DI MAOMETTO La frattura fra sciiti e sunniti, che si consumò in Iraq nel settimo secolo. Alla morte di Maometto si doveva decidere chi doveva assumere il comando della comunità. Per gli uni il potere doveva essere affidato a un discendente del profeta: ed erano i seguaci del partito - la shia - di Alì, lo sposo della figlia di Maometto, Fatima. Per gli altri il califfo doveva essere eletto. A prevalere furono questi ultimi, in seguito chiamati sunniti, i seguaci della sunna, la tradizione. Nella pianura di Karbala, in Iraq, avvenne nel 680 il sacrificio del figlio di Ali, Hussein, che fu massacrato con 72 fedelissimi dalle truppe del califfo Omayyade, Yazid. Questo episodio marca la frattura decisiva tra l'islam sunnita e quello sciita.
Ma i seguaci di Alì, da allora, hanno sempre giudicato illegittimo il potere dei califfi. E hanno letto la propria storia come una storia di passione, di martirio e di rivolta. Centrale per l'Islam sciita (oltre al culto degli imam) la figura della suprema Guida spirituale, che, come avviene in Iran, può svolgere anche un importante ruolo politico, mentre per i sunniti l'imam è essenzialmente uno studioso e una guida della preghiera.
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L'ORIGINE DEL NOME SUNNITA Alla Sunna (tradizione, ovvero il "modo di agire di Maometto") si rifà il 90 per cento dei musulmani che segue le interpretazioni date ai versetti del Corano dalle quattro scuole che si spartiscono la guida giuridica dell'ortodossia islamica: hanafiti, malekiti, shafeiti e hanbaliti (setta ultra conservatrice cui aderiscono gli wahabiti).
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L'ORIGINE DEL NOME SCIITA Gli sciiti traggono il loro nome dal partito (Shia) di Ali Ibn Abi Talib, il quarto califfo, vissuto dal 600 al 661 dopo Cristo. Cugino e genero di Maometto, Ali era considerato da molti l'erede designato del profeta, ma la feroce ostilità dei suoi rivali non gli permise di assumere la successione prima di altri due califfi, nel 656.
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L'IMAM SUNNITA E SCIITA La via sunnita all'Islam è basata sulla tradizione e sui "sapienti", riconosciuti in quanto tali dalla comunità stessa. I tradizionalisti, inoltre, considerano conclusa l'interpretazione dei testi sacri, al contrario degli sciiti che invece pensano che sia ancora possibile interpretare le "fonti", tramite la figura dell'imam. Gli sciiti, circa il 10% dei musulmani, sono caratterizzati da una profonda devozione per l'imam, la guida spirituale, una figura religiosa cui gli altri musulmani attribuiscono per lo più una preminenza socio-politica.
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L'IRAN, IL PIU' POPOLOSO PAESE SCIITA L'Iran è il più popoloso Paese sciita del mondo, con oltre il 90 per cento dei suoi abitanti appartenenti a questa fede, divenuta religione maggioritaria ad opera della dinastia Safavide, tra Sedicesimo e Diciassettesimo secolo. Il resto della popolazione, se si escludono circa 300mila Cristiani ortodossi e poche decine di migliaia di cattolici, ebrei e zoroastriani, è composta da musulmani sunniti, in maggioranza nelle regioni frontaliere del Paese, dove vivono minoranze etniche.
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