L'Eurozona continua a crescere, ma lo fa moderatamente. Nel terzo trimestre l'aumento del Pil è stato dello 0,3%, grazie soprattutto all'incremento nei consumi, sia pubblici sia privati. Nell'ultima edizione del report EY Eurozone Forecast (EEF) il Pil dell'area dell'euro raggiungerà un'espansione dell'1,5% a fine 2015, che salirà poi all'1,8% nel 2016 e nel 2017.
Lo stesso studio, inoltre, prevede una crescita del 2,4% nel 2016 degli investimenti, che se confermato risulterà l'aumento più consistente dal 2007. La stima è confortante molto più che la dinamica degli investimenti nel secondo trimestre, osserva l'Istat nella nota mensile sull'andamento dell'economia, è risultata stagnante.
Il rallentamento delle economie emergenti e le tensioni internazionali hanno provocato una frenata delle esportazioni, mentre le importazioni hanno registrato un trend diametralmente opposto, il che ha determinato un contributo netto negativo alla crescita.
In compenso la produzione industriale è cresciuta nel mese di ottobre (+0,6% su base congiunturale), sostenuta – spiega l'Istat – “dalle dinamiche positive dei beni di consumo durevoli (+1,9%) e dei beni capitali (+1,4%)”. Il Purchasing Managers Index (PMI) manifatturiero ha fatto segnare a dicembre un nuovo aumento, attestandosi a 53,1 punti dai 52,8 punti di novembre (ai livelli massimi in 20 mesi).
Le vendite al dettaglio sono diminuite tanto a settembre quanto a ottobre (-0,1% in entrambi i casi), ma nel complesso i consumi sono stati sostenuti dalla crescita dell'occupazione. Che però non mostra segnali netti di accelerazione, in linea con l'andamento del Pil.
Il numero di occupati nell'Eurozona, infatti, è cresciuto dello 0,3% nel terzo trimestre 2015 rispetto al secondo, mentre nell'Ue28 è aumentato dello 0,4%. Sull'anno l'occupazione è cresciuta dell'1,1%. È in Italia che il tasso di occupazione è risultato in aumento più della media dell'area dell'euro, se il confronto è su base congiunturale (+0,4%). Non va così bene su base annua, con un incremento dello 0,9%.