danni ai palazzi

"Esplosioni come Hiroshima" a Beirut: 100 morti, 3.700 feriti e 1.500 dispersi  | Trump: "Sembra un terribile attentato"

Prima l'incendio in una fabbrica di fuochi d'artificio, poi la deflagrazione in un deposito contenente 2.750 tonnellate di materiali chimici esplosivi confiscati. Dichiarato lo stato di emergenza. Ospedali al collasso. Il premier: "Un disastro nazionale"

Due potenti esplosioni hanno devastato il porto di Beirut, causando 100 morti, oltre 3.700 feriti e 1.500 dispersi. La deflagrazione più forte, provocata da un incendio in una fabbrica di fuochi d'artificio, è avvenuta in un deposito nel quale erano state collocate "2.750 tonnellate di nitrato di ammonio confiscate". Ferito anche un militare italiano. Il governatore: "Sembrava Hiroshima. Un disastro". Il premier: "I responsabili pagheranno. Aiutateci".

Esplosioni udite sino a Cipro Il martoriato Libano torna a vivere i peggiori incubi della guerra civile e delle crisi sanguinose che hanno segnato i 30 anni passati dalla fine di quel conflitto. Le esplosioni di potenza inimmaginabile - secondo alcuni testimoni udite fino a Cipro, a distanza di 200 chilometri - hanno portato la devastazione e seminato il panico in tutta Beirut e nei sobborghi. Fonti riferiscono che nella zona di Mar Mikhael nell'alto edificio di Electricitè du Liban, l'ente elettrico nazionale, sono rimasti intrappolati molti dipendenti e che si è lavorato a lungo per trarli in salvo. Sull'autostrada costiera che va verso nord e che passa vicino al porto, per un lungo tratto si vedono auto semidistrutte, mentre la carreggiata è coperta di detriti. Anche all'aeroporto internazionale Rafic Hariri, distante alcuni chilometri, i danni all'aerostazione sono evidenti.

Scoppiate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio A provocare le esplosioni che hanno devastato Beirut è stato un incendio in un deposito nel porto di Beirut dove erano immagazzinate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate diversi anni fa da una nave. Lo ha detto il presidente Michel Aoun, citato dalla Bbc online, dopo una riunione d'emergenza del Supremo consiglio della Difesa nel palazzo presidenziale di Baabda. E' "inaccettabile", ha scritto Aoun in un tweet, che 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio fossero tenute immagazzinate in condizioni non sicure. Un'inchiesta è in corso per appurare cosa abbia provocato l'esplosione. 

Il premier libanese: "Questa è una catastrofe" Il premier libanese Hassan Diab ha chiesto l'aiuto internazionale. "Questa è una catastrofe - ha detto in un discorso alla nazione - lancio un appello urgente a quanti amano il Libano ad aiutarlo". Quindi ha aggiunto: "I responsabili pagheranno per quanto accaduto oggi".

L'ambasciata Usa: "State al chiuso" L'ambasciata degli Stati Uniti a Beirut ha invitato coloro che si trovano nell'area dell'esplosione a "rimanere al chiuso e a indossare maschere se disponibili". 

Trump: "Le esplosioni sembrano un terribile attentato" In conferenza stampa alla Casa Bianca, Donald Trump, intervenuto sulle tragiche esplosioni nella capitale libanese, ha ipotizzato che possa essere stato un attentato. "Assomigliano a un terribile attacco", ha affermato il presidente americano aggiungendo: "Dirigenti militari Usa pensano che sia stata una bomba di qualche tipo". Infine il tycoon ha assicurato che "Washington aiuterà il Libano".

Dichiarato lo stato di emergenza Il Supremo consiglio per la Difesa libanese ha proclamato lo stato d'emergenza per due settimane a Beirut. La misura potrà essere rinnovata alla scadenza.

L'ipotesi dell'attentato israeliano e la smentita Le esplosioni sono avvenute in un momento estremamente delicato in un Paese travolto da una crisi economica disastrosa, con le tensioni di confine che si sono riaccese negli ultimi giorni tra Israele e le milizie filo-iraniane di Hezbollah, e la sentenza del processo, attesa venerdì, per l'uccisione nel 2005 in un attentato a Beirut dell'ex primo ministro Rafic Hariri e altre 21 persone. Gli imputati sono quattro membri dello stesso Hezbollah, tutti latitanti. Subito dopo lo scoppio voci incontrollate riprese da alcuni media locali hanno parlato di un attacco israeliano a un deposito di armi di Hezbollah. Ma sia il Partito di Dio sia Israele hanno smentito. Vista la potenza dell'esplosione finale, tuttavia, in linea teorica non si può escludere a priori che pur trattandosi di un incidente, a saltare in aria - forse perché raggiunto dalle fiamme del primo incendio - possa essere stato proprio un deposito di armi. In Israele si ricorda che due anni fa, in un intervento all'Onu, il premier Benyamin Netanyahu denunciò la presenza di tre depositi di missili di Hezbollah a Beirut, uno allo stadio, uno all'aeroporto e uno proprio nel porto.

Ospedali al collasso Uno scenario da guerra è emerso sulla zona portuale dopo che la nuvola di detriti provocata dall'onda d'urto si è schiarita all'orizzonte. Case distrutte, migliaia di feriti nelle strade, molti dei quali si sono diretti negli ospedali a piedi poiché il lavoro dei soccorsi è stato reso difficile dalle macerie depositate sull'asfalto. Quasi tutte le vetrine dei quartieri di Hamra, Badaro e Hazmieh, nella parte orientale di Beirut, sono state distrutte, così come le finestre delle auto che sono state abbandonate per le strade con gli airbag gonfiati. Quello che si vede è lo scenario di una città sinistrata. Le strutture ospedaliere sono al collasso e chiedono urgentemente un aiuto sanitario e sangue per le trasfusioni.

Ferito un militare italiano Nel disastro anche un militare italiano è rimasto ferito a un braccio in modo non grave, mentre altri sono sotto osservazione perché in stato di shock. I soldati fanno parte di un'unità del contingente italiano in Libano che addestrata le forze locali. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha contattato telefonicamente il generale Di Stasio e il generale Antoci. "Appena ho appreso della tremenda esplosione avvenuta a Beirut ho voluto immediatamente sincerarmi delle condizioni del nostro Contingente in Libano. Un nostro militare è rimasto lievemente ferito. A lui e ai suoi familiari va la mia solidarietà e vicinanza, cosi come a tutti i militari italiani in Libano", ha affermato il ministro della Difesa. 

Il ministro Di Maio: "L'Italia è vicina al Libano, cordoglio per le vittime" "L'Italia è vicina agli amici libanesi in questo momento tragico. I nostri pensieri vanno alle famiglie delle vittime, a cui esprimiamo il nostro profondo cordoglio, e alle persone ferite, a cui auguriamo una pronta guarigione". Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, si è rivolto alle autorità libanesi in un messaggio su Twitter.

Conte: "Sostegno a Beirut, monitoriamo italiani" Subito dopo anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha commentato la tragica notizia: "Le terribili immagini che arrivano da Beirut descrivono solo in parte il dolore che sta vivendo il popolo libanese. L'Italia farà tutto quel che le è possibile per sostenerlo. Con la Farnesina e il ministero della Difesa stiamo monitorando la situazione dei nostri connazionali", ha scritto su Twitter Conte.