Alla fine di febbraio del 2006, Oriana Fallaci tiene, nel consolato italiano a New York, uno dei suoi ultimi discorsi in pubblico. L'Islam, la sottomissione dell'Occidente, le nostre vittime mai piante: tutti temi affrontati in questa registrazione recuperata dall'allora presidente della Regione Toscana Riccardo Nencini. Quella denuncia del "nemico in casa", del nemico che trattiamo da amico, dell'Europa ridotta a Eurabia, sono parole che oggi appaiono sinistramente profetiche, dopo la strage di Parigi, ritenuta l'11 settembre europeo, dopo le nuove minacce dell'Isis.
Da pochi giorni erano riesplose le polemiche sulla sua figura. Il 15 febbraio il ministro della Lega Roberto Calderoli, aveva mostrato per pochi secondi al Tg1 una maglietta con una vignetta satirica sul profeta Maometto. E fu subito rissa, scattò un'indagine della procura di Roma che indagò Calderoli, gli stessi di colleghi di governo chiesero le sue dimissioni. In Libia a Bengasi il 19 febbraio una folla inferocita tentò di assalire il consolato italiano. Ci furono 11 morti e una cinquantina di feriti. Il tema del rapporto Islam - Occidente era dunque attualissimo.
Oriana Fallaci era molto malata. Sarebbe morta sei mesi dopo a Firenze: contro di lei accuse roventi, di fomentare l'odio religioso, ma anche molte testimonianze a suo favore, una raccolta di firme promossa da Libero per nominarla senatrice a vita, molti premi mai ritirati. Tranne questo, il riconoscimento della Toscana, in una breve cerimonia allestita al consolato italiano di New york, la città dove in diretta aveva vissuto e raccontato il dramma delle torri gemelle.