UNO STUDIO TUTTO ITALIANO

Avere un figlio dopo il cancro al seno? Grazie a nuova cura italiana si può

Uno studio dell'Ist-San Martino di Genova conferma l'efficacia di un farmaco nel mettere "a riposo" le ovaie dopo lo stress da chemioterapia

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Una nuova cura sviluppata in Italia dona nuova speranze di diventare mamme alle donne sottoposte a chemioterapia per un tumore al seno. Il merito è di un farmaco che protegge e mette "a riposo" le ovaie, salvando la fertilità in modo non invasivo. A confermare l'efficacia a lungo termine di questo metodo "dolce" è uno studio italiano condotto dal centro oncologico dell'Ist-San Martino di Genova e pubblicato sul Journal of the American Medical Association.

Contro la menopausa precoce - In altre parole la ricerca consente di impedire la menopausa precoce indotta dalla chemio. "Finora - spiega Lucia Del Mastro, oncologo e autrice dello studio - l'unica soluzione per avere figli era congelare gli ovuli prima della terapia per poi procedere, a guarigione avvenuta, alla fecondazione in vitro". "Ma la nuova sperimentazione - aggiunge - dimostra che è possibile proteggere la funzione ovarica dagli effetti tossici della chemioterapia somministrando farmaci alle pazienti".

Merito di un ormone - L'esperta sottolinea inoltre l'importanza di uno studio effettuato nel 2011 sull'uso dell'ormone triptorelina, che mette "a riposo" le ovaie. "Anche a distanza di molti anni - ha osservato Del Mastro - donne che avevano fatto la protezione durante la chemioterapia hanno una probabilità molto più alta di avere ancora un'attività ovarica e quindi di mestruare, rispetto alle donne che hanno fatto la sola chemioterapia".

Il tumore al seno colpisce una donna su otto nell'arco della vita. È la forma di cancro più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 29% di tutti i tumori che colpiscono le donne.