Veneto Banca sarà trasformata in società per azioni. L'assemblea dei soci dell'istituto di credito ha approvato la proposta a larghissima maggioranza. I consensi sono stati 11.102 su 11.430 voti, compresi quelli per delega, cioè il 97% del totale. Contrari 244, 85 gli astenuti. L'assemblea ha anche votato l'aumento di capitale da un miliardo di euro. Accolte dunque le misure richieste dalla Bce per evitare il commissariamento.
L'assemblea, con 10.067 voti favorevoli (97%) su 11.430, ha quindi approvato anche la richiesta di ammissione alla quotazione in Borsa Italiana.
"La Bce - ha commentato l'ad Cristiano Carrus - ci ha dato una cambiale a 4 mesi. Noi dobbiamo dotarci di un capitale di un miliardo rapidamente. Noi oggi non abbiamo ancora l'autorizzazione di Consob e Borsa Italiana, le quali richiedono una trasparenza al 100%. Questa non è una Onlus ma una società di capitali che deve fare profitti. Profitti per tutti senza danneggiare alcuno. Se così non è accaduto in passato vi chiedo comunque scusa perché mi sento coinvolto. Metteremo a disposizione un fondo di solidarietà limpido e senza favoritismi".
Per Enrico Zanetti, sottosegretario al Mef e segretario di Scelta Civica, "la trasformazione di Veneto Banca in Spa era l'unica strada percorribile. Noi avevamo dato tutto il tempo per organizzarsi. Purtroppo Veneto Banca ha un oggettivo bisogno di ricapitalizzarsi e per farlo è necessaria la trasformazione, e sicuramente la quotazione in borsa è la strada corretta, fermo restando che serve però un chiaro piano industriale, per non arrivarci in braghe di tela".
Zanetti sottolinea comunque che "quello che ho sentito oggi da parte dell'amministratore delegato è stato un discorso convincente, sia in termini progettuali sia in termini di metterci la faccia. Non ho visto un burocrate per conto Bce ma una persona che ci crede. E credo l'abbiano visto anche gli altri soci. E questo fa ben sperare. Il fronte del no alla trasformazione in Spa ha le sue ragioni di rabbia e di protesta, però e un fronte che porta a trasformare una attuale perdita, forse recuperabile all'80 per cento, in una perdita certa e definitiva del 100 per cento".
E nel "fronte del no" c'era anche il presidente di Codacons veneto, Franco Conte, secondo il quale "un commissario sarebbe più affidabile degli gnomi del Montello che ci hanno condotto a questa situazione. Non dobbiamo farci rubare la dignità". Il Movimento Consumatori, da parte sua, ha invece presentato un esposto alla Consob dopo aver ravvisato "sistematiche violazioni della Mifid", la normativa a tutela dei risparmiatori. "Le operazioni più critiche - si legge in una nota - sono avvenute non soltanto presso le filiali del Veneto ma anche presso la rete delle banche un tempo del territorio e ora gruppo, tra cui la piemontese Banca Popolare di Intra, nata a Verbania e confluita in Veneto Banca nell'aprile 2007, in Puglia, presso la Banca Apulia di San Severo, incorporata nel 2009, fino alla marchigiana Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana".
"Continuiamo a ricevere segnalazioni - spiega Marco Gagliardi, legale dell'Osservatorio Credito e Risparmio del Movimento Consumatori - di casi di anziani ultraottantenni cui la banca ha piazzato le proprie azioni su cui è stato investito un intero patrimonio, come casi di persone che oggi si trovano a pagare mutui per l'acquisto della prima casa subordinati all'acquisto di ingenti quantitativi di azioni o casi di persone del tutto prive di cultura e esperienza finanziaria profilate come esperte. Senza dubbio la Consob dovrà accertare le responsabilità e intervenire in tempi rapidi".