Una possibile svolta nel caso di Mario Bozzoli, l'imprenditore scomparso l'8 ottobre scorso dalla sua fonderia di Marcheno, nel Bresciano, potrebbe venire dalle protesi dentarie in titanio dell'uomo: lo stesso materiale di cui Oscar Maggi, uno degli operai dell'azienda, aveva cominciato a interessarsi nei giorni immediatamente successivi alla sparizione, chiedendo in giro quale fosse la temperatura di fusione.
E proprio sulle protesi si stanno concentrando gli investigatori, nella speranza di trovarne qualche resto fra le scorie della fonderia. L'ipotesi formulata fin da subito è che Bozzoli dalla sua fonderia non sia mai uscito, ma sia stato ucciso e poi gettato in una fornace.
Da ieri Maggi è iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario e distruzione di cadavere insieme a due nipoti dell'imprenditore, Giacomo e Alex Bozzoli, e a un altro operaio , Akwasi Aboagye. Il terzo operaio presente quella notte in fonderia, Giuseppe Ghirardini, è stato trovato morto il 18 ottobre a Pontedilegno, ucciso da un'esca al cianuro.
A destare l'interesse degli inquirenti nei confronti di Maggi era stata anche un'improvvisa disponibilità di denaro mostrata subito dopo l'8 ottobre. Contro i quattro indagati, per ora, non ci sono però gravi indizi di colpevolezza, ma solo sospetti. Tutti saranno sentiti entro martedì, ma nel frattempo la Procura ha disposto nuovi accertamenti irripetibili per operazioni di comparazione. Nessun elemento di interesse è invece emerso dalle perquisizioni domiciliari.