Nel corso degli anni della crisi economica i liberi professionisti hanno assistito ad un'erosione del proprio reddito medio, più lieve considerando quello nominale e più accentuata se si considera invece l'impatto inflazionistico, dunque quello reale.
Dal rapporto dall'Adepp – l'Associazione degli Enti Previdenziali Privati - emerge che è stata proprio l'inflazione a causare gli effetti più pesanti sui redditi dei professionisti. Considerando il reddito nominale si può infatti osservare come la variazione negativa tra il 2005 ed il 2014 sia stata di appena 0,01 punti percentuali.
Le tabelle contenute nel quinto Rapporto Adepp sulla previdenza privata, mostrano infatti che il reddito medio nominale dei professionisti è aumentato tra il 2005 ed il 2009 passando da 34.551,38 euro del primo anno considerato ai 37.919,96 del 2009. Dal 2010 in poi il valore è invece diminuito costantemente fino ad arrivare ai 34.549 del 2014, sostanzialmente i livelli del 2005.
Per quanto riguarda il reddito medio reale si registra invece una contrazione, tra il 2005 ed il 2014, del 16,18%, con una variazione negativa tra 2013 e 2014 di 0,12 punti percentuali. In valori assoluti le retribuzioni medie sono passate dai 34.551,38 euro del 2005 ai 28,960,02 dello scorso anno, passando per i 35.470,19 del 2007 e i 34.616,87 del 2008.
Suddividendo le diverse tipologie di professionisti in quattro aree – area giuridica, area delle professioni tecniche, area economico sociale e area sanitaria - si nota che in termini nominali quella che ha riportato la diminuzione maggiore è quella giuridica con un calo del reddito medio del 23% tra il 2005 ed il 2014 (-1,5% tra 2013 e 2014), mentre a seguire troviamo il -7,4% della rete delle professioni tecniche (-1,9% tra 2013 e 2014). Al contrario i professionisti rientranti nell'area sanitaria e nell'area economico sociale hanno riportato variazioni positive, rispettivamente, del 27,8% (-0,8% nel periodo 2013-2014) e del 2,2% (+2% tra 2013 e 2014).