LE STIME DEL CENTRO STUDI

Confindustria: evasione "pesa" sul Pil Squinzi: "Tutti paghino le tasse"

Viale dell'Astronomia fa i conti di quanto ci costa chi non paga le tasse: circa 122 i miliardi che lo Stato perde. Recuperando quei soldi, ci sarebbero migliaia di posti di lavoro in più e il peso fiscale potrebbe finalmente scendere

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L'evasione "blocca lo sviluppo economico e civile": così il Centro studi di Confindustria, stimando che in Italia ammonti nel 2015 a 122,2 miliardi di euro, pari al 7,5% del Pil. "Da imprenditore - ha dichiarato il presidente dell'associazione industriali, Giorgio Squinzi - dico che il peggior concorrente che ho è chi non paga le tasse o evita in tutti i modi di farlo".

Secondo le stime di Viale dell'Astronomia, se si dimezzasse l'evasione e si restituissero ai contribuenti le risorse recuperate, attraverso l'abbassamento delle aliquote, si avrebbe un aumento del Pil del 3,1% e oltre 335mila occupati in più. "Confindustria e i suoi associati sono sempre pronti a pagare le tasse, per contribuire alla crescita economica, civile e sociale del Paese", ha aggiunto Squinzi.

I dati evidenziano inoltre che l'evasione sottrae al fisco quasi 40 miliardi di Iva, 23,4 di Irpef, 5,2 di Ires, 3 di Irap, 16,3 di altre imposte indirette e 34,4 di contributi previdenziali.

In fatto di tasse, Confindustria stima che la pressione fiscale si sia attestata al 43,8% del Pil nel 2015 (in leggera risalita dal 43,6% nel 2014), ma scenderà al 43,5% nel 2016 e al 43,2% nel 2017, "il livello più basso dal 2011".

Pil, giù le stime - Il Centro studi rivede poi al ribasso le previsioni per il Pil italiano, stimando che il 2015 chiuderà con un +0,8% (rispetto al precedente +1%) e indicando una crescita dell'1,4% nel 2016 (dal precedente +1,5%) e dell'1,3% nel 2017.

"Il vero rebus - commentano a Viale dell'Astronomia - è il mancato decollo dell'economia italiana". In sostanza, l'Italia è uscita dalla recessione, il Pil è "in recupero", con un incremento nel 2015 che è il primo dopo tre arretramenti annuali consecutivi, "ma meno velocemente di quanto atteso".

Squinzi: "Crescita stentata, serve uno scatto" - Il Paese, commenta il presidente Giorgio Suinzi, "continua in una fase di crescita stentata. Migliorano la percezione e l'ottimismo di consumatori e imprese, ma lo scatto netto, bruciante, quello che lascia sul posto il passato e la crisi per agganciare una crescita stabile e robusta, non c'è ancora".

Meno disoccupati, 650mila nuovi posti - Le previsioni dicono inoltre che la disoccupazione dovrebbe scendere al 12% nel 2015 (in miglioramento rispetto al 12,2% stimato a settembre), all'11,6% nel 2016 (dall'11,8%) e all'11,1% nel 2017. Nel triennio, secondo Confindustria, "saranno creati 650mila posti di lavoro, che portano a 815mila il totale da quando sono ricominciati ad aumentare", dal 2014.

Reddito famiglie, oltre la metà va al fisco - La ricerca di Confindustria dice poi che al fisco finisce più della metà del reddito familiare: nel 2015 una famiglia, con casa di proprietà, composta da una coppia di lavoratori dipendenti con un figlio in età scolare destina il 54,9% del reddito al pagamento dei contributi sociali e delle imposte, dirette e indirette.