La sentenza della Cassazione nel processo ad Alberto Stasi per l'omicidio di Chiara Poggi è stata rinviata a sabato. In precedenza il sostituto procuratore generale della Cassazione, Oscar Cedrangolo, ha chiesto l'annullamento con rinvio della condanna a 16 anni ad Alberto Stasi. Cedrangolo sposa così i ricorsi di difesa e accusa, entrambe per l'annullamento. Dure critiche alla sentenza dell'Appello-bis: "Colpo al cerchio e uno alla botte".
"Modo di procedere inaccettabile" - Analizzando punto per punto la sentenza, il sostituto procuratore generale ha aggiunto: "La Corte di Cassazione, nell'annullamento disposto nell'aprile 2013, non se l'è sentita di dire la parola fine su una vicenda così articolata. Ma di questo ampio mandato il giudice del rinvio, ritengo, non ha fatto buon governo. Ha ritenuto che gli fosse stato affidato un imputato che dalla posizione di accertato innocente fosse passato alla posizione di presunto colpevole e ha ritenuto che il suo compito fosse quello di ricercare gli indizi a carico. Un modo di procedere non corretto, anzi in alcuni casi inaccettabile".
"La sentenza di rinvio dà atto che il movente non è stato individuato ma poi si industria a costruirne uno legato alla vicenda delle immagini pornografiche", con il timore che Chiara potesse distruggere "l'immagine di ragazzo perbene e studente modello di Alberto - ha spiegato il sostituto pg -. Ma la logica ci viene in soccorso e impone di escludere l'insostenibile ipotesi secondo la quale per evitare che la sua fidanzata rendesse nota la passione per la pornografia decidesse di ucciderla costituendosi come alibi proprio quel pc pieno di immagini pornografiche consegnato la mattina dopo ai carabinieri".
"Impianto accusatorio debole" - Cedrangolo ha sottolineato come emerge dagli atti una "debolezza dell'impianto accusatorio perché se gli indizi sono forti è inutile cercare a tutti i costi un movente che non si riesce a trovare". Non solo: la sentenza d'appello condanna Stasi senza riconoscergli l'aggravante della crudeltà, motivo del ricorso dell'accusa, e ad avviso del pg, "alla fine di una sentenza del genere non si spiega l'indulgenza della Corte nell'escludere l'aggravante se si dice che Chiara è stata brutalmente uccisa: è il solito inaccettabile sistema di un colpo al cerchio e uno alla botte. Ma così non si fa giustizia, ma si aggiunge dolore a dolore".
"Annullare con rinvio" - "In questa sede non si giudicano gli imputati, ma le sentenze - ha sottolineato ancora -. Io non sono in grado di stabilire se Alberto Stasi è colpevole o innocente. E nemmeno voi" ha detto rivolgendosi al collegio, "ma insieme possiamo stabilire se la sentenza è fatta bene o fatta male. A me pare che la sentenza sia da annullare con rinvio. Per una questione di scrupolo e rispetto nei confronti del grido di dolore di tutte le parti. Il rinvio servirà per nuovi accertamenti prove e valutazioni".
"L'annullamento deve essere disposto sia in accoglimento del ricorso del pg, sia di quello dell'imputato. Perchè se Alberto è innocente deve essere assolto, ma se è colpevole deve avere la pena che merita", ha concluso.