Lutto nel mondo della moda: è morta a Milano all'età di 90 anni la stilista e imprenditrice italiana Krizia, al secolo Mariuccia Mandelli. Lo ha comunicato il cda di M.M.K. spa spiegando che domenica "alle 21 è improvvisamente venuta a mancare". Nata a Bergamo nel 1925, fin da giovane ha nutrito un'incontenibile passione per il taglio, il cucito e la creazione di capi d'abbigliamento.
Mariuccia Mandelli avrebbe compiuto 91 anni a gennaio, è morta invece "improvvisamente", come fa sapere una sua collaboratrice, nella sua casa di Milano per un malore. Al suo fianco, come sempre, c'era il marito Aldo Pinto.
Mercoledì alle 11.00, nella chiesa di Sant'Angelo in via della Moscova a Milano, si svolgeranno i funerali per l'ultimo saluto a un'icona dello stile italiano. Nel comunicato diffuso per dare la notizia della scomparsa si legge: "Mariuccia, per tutti gli amici, è stata una straordinaria e innovativa stilista di moda che, col nome di Krizia, ha contribuito a creare e sostenere l'affermazione internazionale di un modello di eleganza tipicamente italiano".
Dopo la cessione della "Krizia spa" ai cinesi della "Krizia international srl", nel giugno del 2014, i beni immobiliari rimasti alla maison sono gestiti da M.M.K.
Quella di Krizia - il nome deriva dall'ultimo "Dialogo" incompiuto di Platone incentrato sulla vanità femminile - è una storia straordinaria di self made woman, di quelle che talvolta capitavano negli anni del boom dopo la Seconda guerra mondiale. La carriera di Mariuccia Mandelli inizia infatti lontanissima dalle passerelle. Dopo gli studi in Svizzera diventa maestra elementare. Però le piace disegnare abiti, tagliare e cucire e insieme all'amica Flora Dolci decide di trasformare la sua passione in un lavoro, aprendo a Milano - in un appartamento messo a disposizione dall'amico Lelio Luttazzi - un piccolo laboratorio che produce gonne e vestiti dalle linee semplici ed essenziali.
Risale al 1957 il debutto della stilista tra le personalità del fashion. Quell'anno Krizia espone una serie di “abiti-frutta” al Salone mercato internazionale dell'abbigliamento, facendosi notare, oltre che dai compratori, dalla giornalista di moda Elsa Robiola - fra le voci più autorevoli del settore - che segnala la sua collezione.
Il successo non tarda ad arrivare: nel '64 espone a Palazzo Pitti ed è la prima donna a ricevere il premio "Critica della Moda". Poco dopo fonda nuovi stabilimenti per le linee Kriziamaglia e Krizia Baby. Nel 1980 debutta il primo profumo, l'iconico K de Krizia. Gli americani la soprannominano "crazy Krizia" per il suo uso innovativo di tagli, materiali e colori: sdogana il look bianco e nero, introduce la gomma e il sughero, propone shorts spregiudicati all'epoca di maxigonne e pantaloni a zampa d'elefante, linee minimal al tempo del barocco anni '80.
Con le sue creazioni - dice - vuole accompagnare le altre donne alla ricerca di un'indipendenza anche estetica ed è una pioniera delle linee per curvy: "La mia è una moda duttile, che si adegua al quotidiano e alla cultura in evoluzione, perché incoraggia le donne ad essere attive, dinamiche, aggiornate, sempre al passo coi tempi e con quanto accade intorno a loro, cercando un'eleganza fatta anche di sense of humour e di autoironia".
Capace come pochi a coniugare arte e moda (nel 1985 lo Spazio Krizia è il primo del suo genere in Italia), in breve diventa una delle ambasciatrici del made in Italy nel mondo, contribuendo fare di Milano la capitale del fashion. "Mi rivolsi a Krizia per un aiuto per portare le sfilate da Firenze a Milano - racconta di lei Beppe Modenese, storico presidente onorario della Camera nazionale della moda -. Non era facile convincere gli stilisti a unirsi in un'unica sfilata... Mariuccia mi rispose: "Fammici pensare". Tempo una settimana aveva chiamato a raccolta i colleghi, tra cui Versace e Laura Biagiotti. La stagione successiva si unisce Armani". Ed è proprio con Armani, insieme a Versace, Ferré e Valentino, che Krizia riceve nel 1986 la nomina a commendatore della Repubblica Italiana.
Ma l'ascesa di Mariuccia Mandelli non è stata esente da momenti di difficoltà. Negli anni novanta è fra gli indagati nell'inchiesta Mani pulite, accusata di aver versato tangenti alla Guardia di Finanza. Solo nel 1998 è arrivata l'assoluzione con formula piena della Corte d'Appello.