Durante il vertice Osce a Belgrado, i ministri degli Esteri turco e russo, Mevlut Cavusoglu e Sergei Lavrov, hanno avuto un incontro bilaterale per cercare di distendere i toni tra i due Paesi dopo l'abbattimento del jet russo. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri di Ankara. Intanto il presidente turco Erdogan ribalta le accuse di Mosca e sostiene di aver le prove del coinvolgimento della Russia nel traffico illecito di petrolio dell'Isis.
Il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov, ha però spiegato che è ancora "prematuro parlare del ritorno alla normalità delle relazioni con la Turchia", proprio a causa delle accuse rivolte da Mosca a Erdogan e alla sua famiglia.
"Non sarebbe realistico dire che i problemi sono stati risolti al primo incontro", gli ha fatto eco il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. "Abbiamo dato le nostre risposte alle questioni sollevate. La nostra speranza è che la smettano con accuse infondate. Ma sono certo che dopo l'emotività il buon senso avrà la meglio", ha aggiunto Cavusoglu.
In mattinata Vladimir Putin aveva rilanciato le accuse al governo turco di complicità con i militanti dell'Isis. "Non dimenticheremo l'abbattimento del jet Su-24, se qualcuno pensa che la reazioni di Mosca saranno limitate alle sanzioni commerciali, si sbaglia di grosso", ha dichiarato il presidente russo. Sospesi intanto i negoziati per il gasdotto Turkish Stream.
La Turchia, dal canto suo, ha annunciato di essere in possesso delle prove del coinvolgimento russo nel commercio del petrolio dell'Isis. A dichiararlo è stato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che respinge al mittente le accuse del viceministro Anatoli Antonov secondo le quali la sua famiglia e le più alte autorità turche "sono coinvolte" nel "business criminale" del traffico illecito di petrolio proveniente dai territori occupati dal Califfato in Siria e in Iraq.