"La Russia è in prima linea nella lotta all'Isis, ma gli sforzi di una nazione non sono sufficienti per sconfiggerlo". Lo ha detto Vladimir Putin rilanciando le accuse alla Turchia di complicità con i jihadisti. "Non dimenticheremo l'abbattimento del jet Su-24 - ha aggiunto -. Se qualcuno pensa che la reazioni di Mosca saranno limitate alle sanzioni commerciali, si sbaglia di grosso". Sospesi intanto i negoziati per il gasdotto Turkish Stream.
A dare l'annuncio dello stop alle trattative è stato il ministro dell'Energia Aleksandr Novak, precisando che la questione della costruzione della prima centrale nucleare turca resta aperta.
Ancora accuse dal Cremlino: leadership turca responsabile di quelle morti - Nel suo discorso alla nazione, Putin ha poi detto che la leadership turca è responsabile per la morte dei militari russi in Siria: "La Turchia si pentirà più di una volta di quello che ha fatto", ha proseguito, aggiungendo che Mosca non ignorerà che Ankara "sta aiutando i terroristi. Qualsiasi business criminale sanguinario è inammissibile", ha sottolineato, precisando però di considerare amichevolmente il popolo turco.
Putin ha quindi chiesto ancora una volta la collaborazione internazionale per combattere l'Isis, spiegando che "gli sforzi di una nazione non sono sufficienti per sconfiggere il terrorismo internazionale". Per questo c'è la necessità urgente di creare un fronte internazionale comune per la lotta al terrorismo: "Tutte le dispute e i disaccordi devono essere messi da parte e deve essere creato un fronte antiterrorismo potente e unito, basato sul diritto internazionale e sotto l'egida dell'Onu".
Il presidente russo non ha poi perso occasione per puntare il dito contro gli Stati Uniti, anche se solo indirettamente, spiegando che la destabilizzazione della situazione nei Paesi del Medio Oriente ha aperto la strada ai terroristi. Secondo Putin, è ben noto "chi voleva cacciare i regimi sfavorevoli imponendo rozzamente le proprie regole", e questo ha portato ad "agitazioni, alla distruzione di Stati, popoli contro altri popoli, e poi loro se ne sono lavati le mani aprendo la strada ai radicali, agli estremisti e ai terroristi".