L'accordo sul clima in preparazione a Parigi deve essere vincolante, almeno per quanto riguarda la trasparenza e le revisioni periodiche degli obiettivi di diminuzione delle emissioni di gas serra. Lo ha detto il presidente Usa Barack Obama. Per la Casa Bianca si tratterebbe del compromesso che permetterebbe di superare lo scoglio del Congresso a maggioranza repubblicana, che ha votato contro la proposta di Obama per il taglio alle emissioni.
Il Congresso Usa, come ci si aspettava, ha infatti respinto il provvedimento che prevedeva il taglio delle emissioni inquinanti delle grandi industrie del 32% entro il 2030.
"Sarà difficile mettere d'accordo duecento nazioni, ma sono convinto che faremo grandi cose", ha detto ancora l'inquilino della Casa Bianca. Che, da Parigi, ha poi lanciato l'allarme: senza azioni ambiziose nella lotta ai cambiamenti climatici c'è il rischio di creare nuovi "rifugiati" in provenienza dalle piccole isole-stato, oggi considerate "paradisi", del Pacifico.
Dopo l'incontro a Parigi a margine della Cop21 con i leader di Barbados, Papua Nuova Guinea, Marshall, St. Lucia, Kiribauti, Obama ha definito se stesso un "ragazzo delle isole" (in quanto nato alle Hawaii, ndr).
Ricordando poi che gli obiettivi specifici fissati da ciascun paese non avranno vincoli di Trattato, Obama si è detto "convinto della necessità di revisioni periodiche vincolanti", riferendosi al meccanismo in base al quale gli impegni nazionali verrebbero verificati ogni cinque anni.
"Leadership Usa non è solo inviare soldati" - Parlando del ruolo di primo piano a livello globale rivestito dagli Stati Uniti, il presidente ha precisato: "Per qualche ragione troppo spesso a Washington per leadership degli Stati Uniti si intende mandare soldati da qualche parte. Non è solo questo". E ancora: "Che sia organizzare la coalizione anti-Isis o combattere i cambiamenti climatici, il nostro ruolo è centrale ma abbiamo bisogno di partner".