Le ultime novità relative al trasporto pubblico locale – dopo sette anni di trattative, il 28 novembre è stato rinnovato il nuovo contratto nazionale di lavoro – riguardano un comparto ancora lontano dal raggiungere gli standard dei principali partner europei.
In Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna è possibile usufruire di un trasporto pubblico più efficiente di quello italiano, che non riscuote grande apprezzamento tra gli utenti: per Confartigianato, il nostro Paese occupa la 25 esima posizione in Europa per il gradimento dei cittadini nei confronti del trasporto pubblico, che tuttavia risulta più "economico” per le tasche di chi ne usufruisce.
Secondo il rapporto Pendolaria 2014 di Legambiente, in Italia, nonostante gli aumenti del costo di biglietti ed abbonamenti, registrati tra il 2010 e il 2014 in quasi tutte le Regioni italiane, il prezzo del biglietto è di media "ben più basso" che negli altri Paesi europei. Ma il costo del biglietto risulta direttamente proporzionale alla qualità del servizio offerto. A Roma e Milano – due metropoli dove un abbonamento integrato mensile costa di meno che a Londra, Berlino, Barcellona e Parigi –, gli utenti del trasporto pubblico usufruiscono di un trasporto pubblico giudicato meno efficiente, in quanto meno puntuale e frequente. Tuttavia aumentarne la qualità è possibile, tornando ad investire nel settore: le risorse statali per il trasporto regionale sono diminuite in modo consistente, passando dai 6,2 miliardi del 2008 ai 4,8 miliardi dello scorso anno.
Stando ad uno studio condotto a livello mondiale dalla società di consulenza AlixPartners, l'Italia dovrebbe spendere 40 miliardi di euro, per colmare il divario che la separa dal resto dei Paesi europei dove le reti metropolitane, tranviarie e il parco mezzi su gomma risultano più efficienti. Venti miliardi dovrebbero essere destinati agli investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture, 9,5 miliardi per l'adeguamento del parco mezzi (la cui età media è superiore a quella del resto d'Europa: 11,6 anni contro 7 anni) e 10 per rendere più sostenibile la mobilità urbana attraverso, ad esempio, il sostegno pubblico per il rinnovo del parco con veicoli elettrici e reti di ricarica, lo sviluppo di car-bike sharing e car pooling.