TERZA TAPPA DEL VIAGGIO IN AFRICA

Centrafrica, papa Francesco ha aperto la Porta Santa a Bangui

Visita a un campo profughi e appello ai potenti del mondo a deporre le armi. Promuovere la dignità e non avere paura della diversità

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Grande festa nella Repubblica Centrafricana per l'arrivo di papa Francesco. Si tratta delle terza tappa del viaggio in Africa del Pontefice in un Paese attraversato da sanguinosi conflitti e da una grave crisi umanitaria. In agenda, oltre agli incontri con le autorità, una visita a un campo profughi, e forse un incontro con la comunità musulmana. Il Papa ha perto la Porta Santa di Bangui inaugurando così il Giubileo della Misericordia.

Appello ai potenti: "Deponete gli strumenti di morte" - Il Santo Padre, nell'omelia della messa celebrata a Bangui, ha detto: "A tutti quelli che usano ingiustamente le armi di questo mondo io lancio un appello: deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell'amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace".

"In Centrafrica come pellegrino di pace" - "Vengo nella Repubblica Centrafricana come pellegrino di pace, e mi presento come apostolo di speranza", ha scritto il Papa in un tweet.

"Costruire dalla meravigliosa diversità del mondo", evitare "la tentazione della paura dell'altro, di ciò che non ci è familiare, di ciò che non appartiene al nostro gruppo etnico, alle nostre scelte politiche o alla nostra confessione religiosa". Il Papa a Bangui ha auspicato di "promuovere una sintesi delle ricchezze di cui ognuno è portatore" e la "unità nella diversita'".

Ha inoltre richiamato l'attenzione di "cittadini, responsabilità del Paese, partner internazionali e società multinazionali sulla loro grave responsabilità nello sfruttamento delle risorse ambientali, nelle scelte e nei progetti di sviluppo che influenzano l'intero pianeta". "Costruire una società prospera è una opera solidale".

"Dignità" "è sinonimo di onestà, lealtà, grazie e onore, che caratterizza gli uomini e le donne consapevoli dei loro diritti come dei loro doveri e che li porta al rispetto reciproco", ha aggiunto il Pontefice, chiedendo abbandono dei "privilegi", "condizioni di vita dignitose per i poveri, e per loro cultura, assistenza sanitaria, lotta alla malnutrizione, abitazione decente. "La dignità dell'essere umano in ultima analisi - ha detto - è di impegnarsi per la dignità dei suoi simili".