PARLA IL PREMIER TURCO

Scambio di accuse, Turchia: Isis vende petrolio ad Assad e ai suoi alleati

Ma per Mosca sarebbe invece Ankara ad avere interessi legati al traffico dei prodotti petroliferi dello Stato Islamico. Erdogan: "Non ci scuseremo per il jet abbattuto"

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"L'Isis vende il petrolio al regime di Bashar al Assad". Lo ha dichiarato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il quale ha accusato il governo siriano di "favorire i militanti del Califfato". "Chi cerca l'origine del potere militare e finanziario dell'Isis - ha aggiunto - dovrebbe guardare prima di tutto al regime di Assad e ai Paesi che collaborano con lui".

"La Russia - ha quindi proseguito Erdogan - non sta combattendo davvero l'Isis in Siria, sta uccidendo turcomanni e siriani a Latakia".

Erdogan: "La Turchia non si scuserà con la Russia" - "Penso - ha quindi aggiunto Erdogan riferendosi all'abbattimento del jet russo - che se c'è una parte che deve scusarsi, non siamo noi. Deve scusarsi chi ha violato il nostro spazio aereo. I nostri piloti e le forze armate hanno semplicemente fatto il loro dovere".

Scambio di accuse tra Turchia e Russia - Continua quindi lo scambio di accuse tra Turchia e Russia. L'affermazione di Erdogan, secondo cui lo Stato Islamico venderebbe il petrolio ad Assad, punterebbe a colpire l'alleato del governo siriano, ovvero proprio Putin, che solo mercoledì aveva lanciato la stessa identica accusa nei confronti di Ankara.

Mosca: "Turchia protegge Isis per interessi su petrolio" - "La Turchia ha dimostrato ora con le sue azioni di proteggere i militanti dell'Isis. Questo non sorprende, considerando gli interessi finanziari diretti di certi dirigenti turchi nella fornitura di prodotti petroliferi realizzati dagli impianti dell'Isis", aveva detto infatti il premier Dmitri Medvedev all'indomani dell'abbattimento del jet russo.

Mosca: "Jet abbattuto per reazione a bombardamenti petrolio Isis diretto in Turchia" - E proprio i bombardamenti russi che hanno colpito in Siria alcune autocisterne, sospettate di trasportare verso nord il petrolio dell'Isis, avrebbero, secondo quanto ipotizzato da Mosca, scatenato la reazione della Turchia che, abbattendo il jet russo, avrebbe voluto così "vendicarsi".