La lieve ripresa economica che sta interessando il Paese aiuta solo in parte gli italiani a riaffacciarsi al mercato immobiliare. Certo le condizioni per acquistare un immobile, nuovo o usato che sia, sono favorevoli (la discesa dei prezzi e dei tassi sui mutui), ma il 75% delle famiglie ha comunque bisogno di chiedere un aiuto economico alla banca.
E' quanto emerge dall'analisi di Nomisma sul mercato immobiliare italiano, nel quale spiega sì che l'Italia si è ormai lasciata alle spalle la crisi, ma anche che la risalita sarà comunque lenta e non priva d'insidie.
Quest'anno, secondo l'Osservatorio, i prezzi delle case scenderanno ancora, mettendo a segno un -2,8%, per stabilizzarsi nel corso del 2016, al termine del quali i prezzi si attesteranno al +0,1%, e invertire definitivamente la tendenza nel 2017 quando saliranno dell'1,5%.
Entrando nel dettaglio, le tabelle della società di studi economici mostrano per il 2015 sul 2014 un calo del 2,1% dei prezzi delle abitazioni nuove, un -2,5% per quelle usate, un -1,3% per gli uffici e un -1,1% per gli immobili ad uso negozio.
La variazione dell'anno in corso fa crescere ulteriormente il divario con il 2008: tra inizio crisi ed oggi i prezzi delle abitazioni nuove è infatti sceso del 21,7%, quello delle abitazioni usate del 22,6%, quello degli uffici del 23,5% e quello dei negozi del 19,6%.
Per quanto riguarda i prezzi delle diverse tipologie di immobile per i prossimi tre anni, Nomisma, indica, per il 2016, un +0,1% per le abitazioni e un ulteriore calo per quelli ad uso ufficio e per quelli ad uso negozio. Rispettivamente dello 0,9% e dello 0,4%.
Nel 2017 dovrebbe consolidarsi la ripresa dei prezzi per tutte le tipologie: i prezzi delle abitazioni cresceranno, secondo le previsioni, dell'1,6% (+2,5% nel 2018), quelli degli uffici dello 0,5% (+1,5% nel 2018) e quelli dei negozi dello 0,8% (+1,5% nel 2018).
La ripresa dei prezzi passerà però, necessariamente, per un aumento annuo del numero di compravendite, stimate dal centro studi in crescita del 6% nel 2015 sul 2014 (a 442.546), dell'8,1% nel 2016 (a 478.590), del 6,1% nel 2017 (a 507.919) e di un più lieve 3% nel 2018 (a 522.954).