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Jeep Renegade, il successo nasce a Melfi

È la seconda fabbrica FCA nel mondo

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Onore al merito per Melfi, lo stabilimento FCA in provincia di Potenza. Già insignita delle stellette "Silver Level”, una certificazione dʼeccellenza assegnata dal World Class Manufacturing ‒ metodologia internazionale di organizzazione della produzione ‒ la fabbrica che già fu di Fiat e ora del gruppo FCA punta decisa verso il "Gold Level". E i 4 anni senza incidenti sul lavoro spingono per questo risultato.

Dʼaltronde per produrre una world car come Jeep Renegade, unʼauto cioè da vendere in oltre 100 mercati nazionali, occorre uno stabilimento dʼeccellenza. E Melfi lo è, fin dalla nascita allʼinizio degli anni 90, producendo nel tempo modelli si grande successo come Fiat Punto, Lancia Ypsilon, Fiat 500X e, appunto, Jeep Renegade. Il maxi-stabilimento lucano è oggi la seconda fabbrica di FCA nel mondo, ha prodotto oltre 6 milioni di vetture in poco più di 20 anni e 165 mila Renegade negli ultimi 14 mesi. La cosa sorprendente è che il 60% di questi finisce in Nord America, Melfi ha infatti lʼulteriore merito di essere il primo stabilimento al mondo a produrre un modello Jeep per il mercato Usa.

FCA ha investito un miliardo di euro nel progetto della piccola Jeep, e ciò smentisce tutte le voci di un disimpegno dalla produzione automobilistica in Italia. A Melfi si sono svolte un milione di ore di formazione nellʼultimo anno e sono state preparate 5.500 persone negli ultimi due anni. Lʼimpianto ‒ a circa 150 km sia da Napoli che da Bari ‒ può a buon diritto definirsi uno dei più innovativi al mondo, con lʼimpianto di verniciatura totalmente automatizzato, capace di produrre carrozzerie bicolore con una sola applicazione di vernici. Lo stabilimento di Melfi è lʼunico del Gruppo FCA in cui 18 robot lavorano simultaneamente su ogni vettura applicando fino a 105 punti diversi di saldatura in soli 54 secondi. Per non parlare del fatto che lo stabilimento è del tutto autonomo nella produzione di energia elettrica e termica, e grazie a generatori mini-eolici e fotovoltaici ibridi ha ridotto del 37% le emissioni di CO2 per veicolo prodotto negli ultimi 5 anni.

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