fare chiarezza

Bogotà, caso Paciolla: quattro agenti della polizia colombiana sotto inchiesta

Il cooperante italiano e dipendente Onu trovato morto il 15 luglio in circostanze misteriose nel suo appartamento in Colombia

Forse a una svolta il caso Mario Paciolla, il cooperante italiano e dipendente Onu trovato morto il 15 luglio nel suo appartamento in Colombia.. Almeno 4 poliziotti sono finiti sotto inchiesta della procura perché avrebbero ostacolato le indagini. Un primo segnale, in attesa che arrivino i risultati dell'autopsia, per chiarire i contorni della sua morte. Intanto il governo italiano insiste nel pressing con Bogotà per ottenere "verità e giustizia".

Mario Carmine Paciolla, 33 anni, napoletano, collaborava con le Nazione Unite in Colombia per un progetto di pacificazione interna tra governo locale ed ex ribelli delle Farc e di riqualificazione di aree utilizzate dal narcotraffico. Trovato morto nel suo appartamento a San Vicente del Caguan in circostanze poco chiare, la polizia ha ipotizzato un suicidio, pista giudicata poco credibile in Italia. Adesso però è venuto alla luce che le prime indagini condotte nell'appartamento potrebbero essere state condotte in modo inappropriato.

La procura generale colombiana, infatti, ha indagato quattro agenti della polizia criminale (Sijin). L'ipotesi di reato è "ostruzione alla giustizia" perché i poliziotti, all'indomani del ritrovamento del corpo, permisero ad un'unità dell'Onu di prelevare tutti gli effetti personali ed alterare il luogo centrale delle indagini per risalire alle cause del decesso. In questo modo, denuncia la giornalista Claudia Julieta Duque, amica di Paciolla, l'appartamento del cooperante italiano non è stato protetto. Dall'abitazione, inoltre, risulta che furono prelevati oltre otto milioni di pesos (1.820 euro), carte di credito, passaporti, una macchina fotografica, materiale informatico, varie agende, ricevute e numerose fotografie.

Sul comportamento adottato dai funzionari dell'Onu in Colombia anche l'Italia si aspetta delle risposte chiare. Lo ha ribadito il ministro Di Maio, spiegando che chiederà alle Nazioni Unite "massima trasparenza non solo nelle informazioni, ma anche nell'indagine aperta internamente". Anche valutando l'ipotesi dell'invio di "personale dedicato in Colombia per un'indagine-ispezione", ha aggiunto il ministro, che nel corso di una telefonata con la collega di Bogotà, ha ribadito "l'estrema importanza di questa vicenda" per l'Italia. In attesa dell'esito dell'autopsia "per avere un quadro più chiaro e agire di conseguenza".