Figlio down del coach segue la squadra di pallavolo dalla panchina: cacciato
L'allenatore dell'Orbetello agli arbitri: "Sarete i più bravi, ma la vostra sensibilità nei confronti di chi ha un problema è uguale allo zero"
Matteo, un ragazzo con la sindrome di down, figlio dell'allenatore della squadra di pallavolo dell'Orbetello, da quattro anni ormai faceva parte del team e a ogni partita sedeva nel posto del vice coach. Anche la Federazione sembrava ormai aver accettato quel ruolo nonostante le rigide regole lo vietino. Ma a Sesto Fiorentino qualcosa è cambiato, i due arbitri hanno cacciato il ragazzo dalla panchina invitandolo a sedersi dietro, accanto un medico e all'ambulanza. Il padre Andrea Bartolini però non ha resistito e a quell'episodio di intolleranza ha risposto rivolgendosi ai due direttori di gara: "Diventere pure i più bravi del mondo ma la vostra sensibilità nei confronti di chi ha qualche problema è uguale allo zero". Risultato? Bartolini è stato squalificato. La storia, raccontata su Fb dall'allenatore, ha destato polemiche e indignazione.
Il post su Facebook - "Chi mi conosce sa che non amo scrivere e alle parole preferisco la palestra e la piscina, - ha scritto l'allenatore su Facebook - ma quello che mi è successo sabato sera è una cosa talmente vergognosa che merita di essere condivisa. Alleno squadre di pallavolo da trent'anni e da almeno quattro condivido la panchina con una persona speciale, mio figlio Matteo, il quale si ritiene il vero allenatore della squadra. Per farlo andare in panchina abbiamo chiesto alla federazione una deroga, ci è stato detto di tesserarlo come dirigente (cosa che abbiamo regolarmente fatto) e con questo tesseramento gli arbitri sicuramente non avrebbero fatto nessuna obiezione".
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