dopo la notte di sangue

Parigi, giornalista di Le Monde ritrova l'uomo salvato al Bataclan

Daniel Psenny, da casa sua, aveva filmato la fuga dal teatro durante l'attacco; poi era sceso in strada per prestare soccorso e, prima di venire ferito, aveva messo al sicuro un americano che ha riabbracciato

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E' stato uno dei protagonisti buoni in quella notte di sangue parigina: prima ha filmato dalla finestra di casa sua la fuga degli ostaggi da una porta di sicurezza del teatro Bataclan, durante l'attacco terroristico. Poi è sceso in strada, ad aprire il portone del suo palazzo a chi cercava rifugio, e ha messo al riparo un americano ferito, giusto il tempo di venir a sua volta colpito dalla furia degli uomini in nero. Ora Daniel Psenny ha potuto incontrare in ospedale l'uomo che ha salvato, Matthew. Il tutto documentato, anche questa volta, dal quotidiano per il quale lavora, Le Monde.

Il suo concitato "Qu'est-ce qu'il se passe?", "Cosa sta succedendo?", gridato alla gente in fuga dal teatro dell'orrore, ha fatto il giro del mondo. Le immagini agghiaccianti riprese con il suo smartphone dalla finestra di casa, con gli ostaggi appesi alle finestre del Bataclan e i feriti trascinati che lasciavano sull'asfalto una scia di sangue, hanno testimoniato tutta la crudeltà di quei momenti.

Quando Daniel Psenny, giornalista de Le Monde, ha capito cosa stava accadendo, ha lasciato il suo telefonino ed è sceso in strada, per far entrare i fuggitivi nel suo palazzo. Si è così avvicinato al marciapiede, davanti all'uscita del teatro, e ha trascinato via Matthew, 36enne americano da luglio a Parigi, già scampato al crollo della torre Sud delle Twin Towers quell'11 settembre a New York, rimasto gravemente ferito. Poi è finito anche lui, però, sotto il fuoco dei kalashnikov dei terroristi. Una pallottola gli ha perforato il braccio sinistro.

A distanza di qualche giorno il coraggioso reporter ha potuto riabbracciare in ospedale l'uomo che ha soccorso, Matthew, e il suo giornale ha documentato il commovente incontro. Per la sua sicurezza, Matthew non ha voluto apparire né dare il suo cognome: a casa lo aspettano sua moglie e un figlio, che non erano con lui al concerto degli Eagles of Death Metal, solo per un caso. "Mia moglie non aveva trovato una baby-sitter disponibile per quella sera, per questo ero andato al Bataclan da solo", ricorda.

Si sono abbracciati forte come due vecchi amici, Daniel e Matthew, - racconta la cronaca del giornale - e si sono promessi di vedersi fuori davanti a una birra, una volta dimessi dall'ospedale dove entrambi sono stati ricoverati. "A un certo punto mi sono sentito prendere per le braccia e trascinare lontano dall'inferno e ho pensato: è un angelo", continua a ripetere l'americano. E proprio quando Matthew è ormai al riparo nell'androne nel palazzo di Daniel, il giornalista, mentre chiude il portone, viene colpito da una pallottola vagante al braccio sinistro. I soccorsi portati da altri vicini hanno fatto il resto.