LORO OPERE BASATE SU DOSSIER RUBATI

Vatileaks 2, documenti trafugati: indagati i giornalisti Nuzzi e Fittipaldi

Nel mirino dell'inchiesta vaticana finiscono anche gli autori dei libri "Avarizia" e "Via crucis". Intanto il cardinale Bertone si difende: "Per l'attico ho speso miei soldi"

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I giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi sono indagati nell'ambito dell'inchiesta vaticana sulla fuga di documenti riservati della Santa Sede, la cosiddetta "Vatileaks2". I libri di Fittipaldi e Nuzzi, "Avarizia" e "Via crucis", sono infatti basati sui dossier trafugati. Le due opere erano state definite dalla sala stampa vaticana "operazioni per trarre vantaggio da un atto gravemente illecito".

Padre Lombardi: all'esame altre posizioni - Nuzzi e Fittipaldi sono indagati in Vaticano nell'ambito dell'inchiesta Vatileaks 2 per un "possibile concorso nel reato di divulgazione di notizie e documenti riservati". Lo dichiara padre Federico Lombardi in una nota. Nelle indagini in corso "sono all'esame degli inquirenti anche alcune altre posizioni di persone che per ragioni di ufficio potrebbero aver cooperato all'acquisizione dei documenti riservati in questione", ha aggiunto.

Fittipaldi: "Potere si difende e contrattacca"
- "Quando il giornalismo d'inchiesta scoperchia scandali e segreti che il potere, anche quello temporale del Vaticano, vuole tenere nascosti, quel potere si difende, contrattaccando. Ma è un rischio che fa parte del mio mestiere". Così il giornalista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi ha commentatola notizia dell'indagine avviata nei suoi confronti da parte del Vaticano.

Spese attico, card. Bertone si difende - Intanto il cardinale Tarcisio Bertone, finito nell'occhio del ciclone per la ristrutturazione dell'attico, si difende sul settimanale cattolico di Genova Il Cittadino. "Ho saputo poi di un contributo dato dalla Fondazione Bambino Gesù al medesimo scopo. Escludo in modo assoluto di aver mai dato indicazioni o autorizzato la Fondazione ad alcun pagamento", afferma.

"Ho pagato con i miei risparmi" - "Ho pagato con i miei risparmi per un appartamento non mio che resterà rinnovato a disposizione del Vaticano. Come risulta da documentazione ho versato dal mio conto al Governorato circa 300mila euro", aggiunge. Il card. Tarcisio Bertone annuncia poi di aver dato mandato al proprio legale "di svolgere indagini per verificare cosa sia realmente accaduto" nella vicenda della ristrutturazione dell'attico in Vaticano a lui destinato, anticipando che "nel caso in cui venisse accertato che sono state effettuate azioni fraudolente a mio danno non esiterò a reagire". Il cardinale sottolinea anche che "i locali erano in pessime condizioni".

Aperta indagine su diffusione documento Apsa - Intanto, come riferisce il direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi, "l'Autorità giudiziaria vaticana ha aperto un'indagine in merito alla diffusione del documento" riguardante l'Apsa, l'organismo vaticano competente per l'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.

"Nei giorni scorsi sono apparsi su agenzie e organi di stampa articoli che riferiscono in maniera parziale e imprecisa - si legge in un comunicato della sala stampa della Santa Sede - il contenuto di un documento confidenziale, ipotizzando che in passato l'Apsa sia stata strumentalizzata per un'attività finanziaria illecita. L'Autorità giudiziaria vaticana ha aperto un'indagine in merito alla diffusione del documento. L'Apsa - sottolinea la nota del Vaticano - ha sempre collaborato con gli organi competenti, non è sotto indagine e continua a svolgere la propria attività nel rispetto della normativa vigente".

Propaganda Fide: "Notizie false su affitti" - E Propaganda Fide respinge le accuse sull'utilizzazione delle case della stessa Congregazione. Il reddito derivante dagli affitti degli immobili di Propaganda Fide, sottolinea la Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, "è destinato principalmente al mantenimento della Congregazione, della Pontificia Università Urbaniana, del Pontificio Collegio Urbano, di istituzioni missionarie e di giovani chiese dei territori di missione". Si precisa che su questi immobili "vengono regolarmente pagate le imposte in Italia: nel 2014 il Dicastero ha versato per Imu 2.169.200 euro, solo per Roma Capitale".