E' stato nuovamente interrogato Luis Angel Vallejo Balda, il monsignore detenuto in Vaticano con l'accusa di aver sottratto e divulgato documenti riservati della Santa Sede, in concorso con la pr Francesca Immacolata Chaouqui. Intanto un diplomatico spagnolo, che lo ha incontrato nella caserma della Gendarmeria vaticana, dice che "è in buona salute". Il marito della Chaouqui, Corrado Lanino si difende: "Non ho mai violato un computer in vita mia".
L'interrogatorio del presunto "corvo" è durato tre ore, con l'obiettivo - secondo quanto si apprende - di continuare a cercare riscontri, rispetto ai sospetti che hanno portato il prelato agli arresti, e di procedere quanto più speditamente possibile nell'inchiesta. Gli inquirenti avrebbero ascoltato anche altre persone "informate sui fatti", ma non inquisite.
Tra coloro che non sono stati invece convocati dai magistrati vaticani c'è Corrado Lanino, l'ingegnere informatico marito della Chaouqui. Lo assicura l'avvocato Giulia Bongiorno, secondo cui Lanino "non è mai stato chiamato in Vaticano per essere ascoltato sui fatti" da quando è tata aperta l'inchiesta sulla fuga di documenti riservati della Santa Sede. Dal canto suo l'uomo si difende: "In 15 anni di vita professionale - dice - non ho mai, dico mai, fatto alcuna intrusione informatica".
Il riferimento è in particolare all'indagine della procura di Terni, che sarà trasferita a Roma, nella quale a carico della coppia vengono ipotizzati i reati di estorsione e intrusione informatica. "Avrei voluto presentarmi immediatamente alla procura di Terni - ha sottolineato ancora Lanino - quando ho letto sui giornali del mio presunto coinvolgimento in attività illecite. Purtroppo però in questo momento non ho un interlocutore al quale spiegare la mia posizione visto che, come leggo, gli atti sono stati trasmessi a un'altra procura. Tuttavia - ha proseguito l'ingegnere - continuo ad essere sbigottito per le numerose falsità che leggo sul mio conto. Non accetto questo tiro al bersaglio sulla mia persona e ho dato mandato al mio legale di querelare chi diffonde notizie dannose per la mia immagine".