Il Cremlino ha definito un "sacrilegio" le vignette a proposito del disastro aereo nel Sinai comparse sulla rivista satirica francese Charlie Hebdo. "Non hanno a che fare con la democrazia - ha detto il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitri Peskov - né con la libertà d'espressione".
Il portavoce del Cremlino ha definito Charlie Hebdo una "testata controversa" affermando che molti "si sentono offesi dalle sue pubblicazioni". Secondo Peskov una rivista come quella francese non sarebbe accettata in uno Stato come la Russia.
Una delle vignette contestate rappresenta pezzi del velivolo che precipitano su un jihadista mentre la didascalia recita "L'aviazione russa intensifica i bombardamenti". Un'altra raffigura un teschio sullo sfondo giallo del deserto con la carcassa dell’aereo in fiamme e resti umani. 'Avrei dovuto prendere Air Cocaine', recita la testa di morto, probabilmente facendo riferimento allo scandalo dei piloti francesi arrestati per narcotraffico nella Repubblica dominicana.
Le immagini, oltre al Cremlino, hanno fatto indignare varie istituzioni russe. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha lasciato su Facebook il suo commento: "Qualcuno è ancora Charlie?" facendo riferimento alla vicenda dei vignettisti della rivista uccisi in un attacco terroristico a gennaio. E furioso è anche Aleksandr Romanovich, vice capo della Commissione della Duma per gli Affari internazionali che ha tuonato: "Hanno perso il senso del pudore, sono vergognosi".
Ma uno dei più duri commenti è quello di Ivan Melnikov, primo vice presidente della Duma: "Certamente queste caricature della tragedia aerea non sono satira ma una sporca presa in giro che può essere valutata come cinismo eclatante". Mentre il presidente della Commissione Affari internazionali del Senato russo, Konstantin Kosaciov, ha definito le caricature di Charlie Hebdo "un altro esempio immorale di auto-pubblicità e di guadagno spudorato di soldi sulle tragedie e sui guai degli altri".