"Credo ci sia la possibilità di una bomba a bordo dell'aereo precipitato nel Sinai e la stiamo valutando seriamente". Lo ha detto il presidente Usa, Barack Obama. Sulla stessa lunghezza d'onda anche gli inquirenti inglesi, secondo cui una bomba potrebbe esser stata caricata nella stiva. Una fonte del ministero dell'Aviazione egiziano ha però definito "false ed infondate le notizie secondo cui la scatola nera avrebbe rivelato la presenza di una bomba".
I funzionari britannici, comunque, non hanno ancora escluso del tutto la possibilità di un guasto, anche se ritengono questa appare sempre più improbabile. Stessa posizione viene espressa da un inquirente citato da France 2. L'uomo ha riferito che le scatole nere hanno permesso di udire il rumore di un'esplosione in volo. A suo avviso questa non è dovuta a un guasto tecnico e ciò "scarterebbe l'ipotesi di un incidente".
L'ipotesi bomba e la sospensione dei voli da Sharm - Già giovedì il premier britannico David Cameron aveva parlato dell'ipotesi di una bomba sull'Airbus russo, esploso con 224 persone a bordo il 31 ottobre. E proprio per questo Londra ha deciso di sospendere i voli del Regno Unito da e per Sharm el Sheikh, bloccando almeno 20mila turisti sul Mar Rosso e facendo irritare sia l'Egitto che la Russia.
I turisti bloccati in Egitto - La sospensione dei voli riguarda tutte le compagnie britanniche, compresa dunque la rotta da e per Milano dell'EasyJet che non volerà per il Mar Rosso fino al 12 novembre. Un volo era stato autorizzato da EasyJet per riportare in Italia i turisti ancora bloccati. Ma cinque ore prima del decollo il dietrofront.
Le compagnie italiane non sospendono i voli - I "voli italiani" e i charter dall'Italia non sono stati finora sospesi, precisano sia l'agenzia egiziana Mena che la Farnesina, che invita tuttavia a "tenersi informati attraverso i tour operator". L'Enac ha intanto disposto che le compagnie nazionali con voli in partenza da Sharm aumentino i controlli di sicurezza.
Alitalia rafforza sicurezza a Il Cairo - Alitalia ha intanto predisposto un rafforzamento delle misure di sicurezza sull'aeroporto de Il Cairo. Lo comunica la compagnia aerea. La compagnia ha anche "disposto la sospensione del trasporto merci e corrispondenza nelle stive e la non accettazione di bagagli che viaggiano senza proprietario".
Quanto alla sospensione dei voli, la decisione di Londra è stata presa anche dalla Lufthansa, che ha lasciato a terra gli aerei diretti a Sharm delle sue controllate, Germanwings e Edelweiss.
Dalla Russia arriva lo stop ai voli in Egitto - Dopo che il capo dei servizi segreti russi (Fsb), Aleksandr Bortnikov, ha affermato di ritenere necessario la sospensione dei voli dell'aviazione civile russa in Egitto - finché non saranno chiare le cause del disastro aereo nel Sinai -Vladimir Putin ha ordinato lo stop dei voli e il rientro a casa dei cittadini russi.
Le accuse all'Egitto e l'irritazione de Il Cairo - Per l'Egitto il sospetto che si sia trattato di un attacco dell'Isis è un altro brutto colpo al proprio turismo, che aveva lentamente ricominciato a crescere dopo i sanguinosi eventi e l'instabilità politica degli ultimi anni. Il presidente Abdel Fattah al Sisi, giovedì in visita a Downing Street, ha ricordato irritato, nella conferenza stampa congiunta con Cameron, che solo dieci mesi fa l'intelligence di Londra aveva promosso la sicurezza dell'aeroporto di Sharm. Il capo del Cremlino ha inoltre chiesto di collaborare con la polizia egiziana per la sicurezza dei voli.
L'ipotesi valigia-bomba - Lo scalo è ora invece sotto accusa da parte della stampa britannica che insinua il sospetto di un dipendente complice dei terroristi o corrotto che abbia fatto passare l'ordigno a bordo. Magari in una "valigia-bomba", come lasciano trapelare i servizi Usa. Dal canto suo, il premier ha però difeso la sua scelta, precisando di aver ricevuto indicazioni sulla probabile natura terroristica della sciagura dagli 007 di Sua Maestà.
Dall'analisi della prima scatola nera nessun aiuto alle indagini - Le indagini, comunque, proseguono proprio con l'esame delle scatole nere, anche se una delle due è stata "danneggiata".
L'analisi della prima scatola nera non avrebbero però dato alcun risultato importante per le indagini: i dati presenti non aiuterebbero infatti a stabilire le cause del disastro aereo sui cieli del Sinai. Lo riferiscono fonti vicine alle indagini, che sottolineano come stando alle registrazioni, "tutti i sistemi funzionavano regolarmente" e l'aereo "dopo il decollo ha quasi raggiunto l'altezza prestabilita, dopo è avvenuto un evento in seguito al quale la registrazione di tutti i parametri si è fermata in un attimo". In seguito all'esplosione, spiegano gli esperti, come riporta il quotidiano russo Kommersant, il dispositivo si sarebbe di fatto scollegato dai sensori, smettendo quindi di registrare.