Giorni difficili per Thomas Bottello, presidente dell'ordine dei veterinari di Torino. La sua casella di posta, a quanto riferisce il quotidiano del capoluogo piemontese La Stampa, è presa d'assalto dalle lettere dei colleghi che chiedono la radiazione dall'albo di Luciano Ponzetto, il medico di Caluso con un debole per la caccia. "O se ne va lui, o ce ne andiamo noi", minacciano infuriati. Intanto anche da comuni cittadini amanti degli animali è partita su Change.org una petizione per raggiungere lo stesso obiettivo, oltre che per allontanare il medico dall'incarico di direttore sanitario del canile del suo paese. La situazione, però, non è così semplice.
Andiamo con ordine. Da qualche giorno circola sul web una foto di Ponzetto - scattata cinque anni fa, sostiene lui - che lo ritrae con un leone ucciso durante un safari e che era stata postata su un forum di appassionati di arte venatoria. In tanti, compreso Bottello, fanno notare l'incongruenza fra la professione di Ponzetto e il suo hobby: "Non nascondo il mio parere personale su questa brutta storia, che sta facendo del male, e non poco, a tutto il nostro settore. Non concepisco come sia possibile passare la vita a salvare gli animali e poi prendersi una vacanza per dargli la caccia e ucciderli", confessa il numero uno dell'ordine provinciale alla Stampa.
Ciononostante, allontanare Ponzetto dall'albo non sembra una strada percorribile. Il veterinario, fa notare Bottello, non ha infranto alcuna legge. Né, se è per questo, violato il codice deontologico della categoria, che non proibisce esplicitamente la caccia (pur specificando che il veterinario dedica la sua opera "alla promozione del rispetto degli animali e del loro benessere in quanto esseri senzienti"). Ecco perché quella di levare la propria iscrizione dall'albo "sembra più una provocazione da parte dei colleghi che un'ipotesi verosimile".
Il rispetto formale della legge, tuttavia, non è bastato ad evitare a Ponzetto un'ondata che definire di antipatia sarebbe riduttivo, sul web e non solo. Le minacce e gli insulti ricevuti hanno spinto il veterinario di Caluso a sporgere denuncia ai carabinieri. Durante un blitz notturno, un'associazione animalista ha anche appeso cartelli alle porte del suo studio: "Salvatore o boia? Vergognati"; oppure "Veterinario, Vergognati, Vigliacco. Ci Vediamo presto". Parole forti, insomma; e simili, forse, a quelle ricevute dal presidente dell'ordine Bottello in qualche missiva: "Mi rincresce notare in questi messaggi lo stesso odio insensato, le stesse parole esagerate che ho letto sui social network".