Nuovi guai per l'esperta di pubbliche relazioni, Francesca Immacolata Chaouqui, coinvolta nello scandalo "Vatileaks 2" e il marito Corrado Lanino. Per la coppia la procura di Terni ipotizza il reato di estorsione e intrusione informatica compiuta in alcuni computer in Vaticano per poter accedere a documenti riservatissimi. Il legale della donna: "Non sappiamo nulla".
Secondo le accuse, Francesca Chaouqui e il marito, esperto informatico, avrebbero avuto accesso a foto, numeri di conti bancari dello Ior, carte segrete, trafugate ma non ancora diffuse, per poter poi fare pressioni sulle persone "giuste" e ottenere così vantaggi per se stessi o per loro amici. Ci sarebbero, riporta il Corriere della Sera, anche documenti che testimonierebbero un giro di tangenti per velocizzare la gestione delle beatificazioni, da sempre nelle mani dei postulatori, cioè avvocati specializzati.
Legale Chaouqui: "Non sappiamo nulla" - Francesca Chaouqui non ha ricevuto alcuna comunicazione formale dell'indagine a carico suo e del marito da parte della procura di Terni. "Né è stata sentita in questo ambito". E' quanto si apprende dal suo difensore, l'avvocato Giulia Bongiorno. "Non sappiamo assolutamente nulla", si è limitata a dire il legale.
Gli inquirenti umbri mantengono comunque un riserbo assoluto sul fascicolo. Questo è stato aperto dai pm ternani in seguito ad alcune intercettazioni telefoniche emerse nell'indagine sulle presunte irregolarità nella compravendita del castello di San Girolamo, a Narni. La procura di Terni non avrebbe comunque compiuto alcun atto formale o investigativo nei confronti della coppia non ritenendosi competente a indagare. Nell'indagine sulla compravendita del castello di San Girolamo era stato coinvolto anche l'allora vescovo di Terni, monsignor Vincenzo Paglia. Su richiesta della stessa procura la posizione è stata poi archiviata. Il giudice ha infatti ritenuto "certa la totale estraneità" alle accuse di monsignor Paglia.
Chaouqui, permesso ztl intestato alla zia morta - Ma i guai per la giovane pr non finiscono qua. Secondo La Repubblica, la donna avrebbe usato un permesso per accedere alle zone di Roma a traffico riservato. Dopo una serie di multe, Chaouqui ha presentato ai vigili una serie di documenti per dimostrare la sua estraneità. Dopo alcuni controlli, sarebbe emerso invece che il permesso era intestato a una zia disabile morta nel 2008. Non solo. Anche documenti e relativi timbri sarebbero stati falsificati. Per questo è stata denunciata per truffa.