Francesca Immacolata Chaouqui prende le distanze da Vatileaks 2 e assicura: "Con la fuga di notizie in Vaticano io non c'entro niente". Arrestata per aver diffuso documenti riservati della Cosea, la Commissione referente per lo studio dei problemi economici della Santa Sede, la donna è stata successivamente scarcerata per aver collaborato. Arrestato anche monsignor Vallejo Balda, segretario della Cosea, dove aveva portato la Chaouqui.
In un'intervista con il "Corriere della Sera", La Chaouqui si mostra sicura e tranquilla: "E' il monsignore che ha cercato di tirarmi in ballo, capirà, c'è un clima molto brutto, da lunghi coltelli". Dice che deve sentire la Santa Sede, che deve consultarsi con il suo avvocato, che "la situazione è delicata". Ma di colpe lei non ne ha. "E' il monsignore che se l'è presa con me, io non c'entro nulla".
E ancora: "Del resto è solo la punta dell'iceberg: c'è anche la storia del computer violato di Milone. C'è un clima da lunghi coltelli". E spiega che le tensioni sono emerse anche perché sono venute meno due nomine: monsignor Vallejo Balda che sperava di diventare segretario della Segreteria per l'Economia e revisore generale della Santa Sede.
Il Papa molto amareggiato dalla vicenda - Papa Francesco è rimasto "molto amareggiato" dalla vicenda del nuovo scandalo della fuga di documenti e notizie riservate della Santa Sede, come riferisce chi ha potuto parlargli in questi giorni, che ha sentito un Francesco "sconfortato e dispiaciuto".
"Avanti con serenità e determinazione" - "Ho appena visto il Papa. Sue parole testuali: andiamo avanti con serenità e determinazione". Lo ha affermato monsignor Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato vaticana, sul suo profilo Twitter.
Monsignor Vallejo Baldo e la Chaouqui - Il monsignore spagnolo è quello che, nell'estate di due anni fa, portò Francesca Chaouqui alla Santa Sede. Una nomina che già allora fece scalpore, dal momento che la Chaouqui era nota per fare da fonti di giornali e siti di pettegolezzi, nell'ambito del polverone sollevato dall'inchiesta che si concluse con l'arresto del maggiordomo di Ratzinger, Paolo Gabriele.
A quel riguardo, sul profilo Twitter della Chaouqui in quel periodo erano comparsi i messaggi in cui si diceva che non era Gabriele il corvo. Ma lei aveva sempre negato. E ancora adesso dà la colpa agli hacker. In Cosea dunque la Chaouqui continuò a lavorare indisturbata. Qualche scricchiolio intorno a lei ci fu già l'anno scorso, con i 18mila euro del buffet durante la canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II in terrazza, alla Prefettura degli Affari economici e lei si difese parlando di "calunnie". E adesso? "Ho dato massima disponibilità e portato documenti. Sono assolutamente serena".