Due cani per fiutare e riconoscere il cancro alla prostata dalle urine dei pazienti, con una precisione diagnostica superiore al 97%. E' il risultato di uno studio tutto italiano coordinato dal dottor Gianluigi Taverna dell'istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano), in collaborazione con il centro militare veterinario di Grosseto, e pubblicato sul Journal of Urology. La percezione della malattia delle due femmine di pastore tedesco si è rivelata fino a 5 volte più efficace del test del Psa.
L'esperienza è stata illustrata in occasione del Festival della Scienza, organizzato a Genova dal 22 ottobre all'1 novembre. I test sulla capacità olfattiva dei cani sono stati effettuati su campioni di urina provenienti da oltre 900 uomini, 362 pazienti affetti da cancro alla prostata e 540 soggetti di controllo sani. E' emerso che gli animali erano in grado nella stessa misura di individuare sia il cancro alla prostata a basso rischio che quello in stadio più avanzato.
Tutto è nato dall'intuizione di un medico inglese circa trent'anni fa. "Disse che il suo cane aveva scoperto un melanoma alla moglie, pubblicò la notizia e io lo contattai", spiega Traversa. "Da quel momento incominciai a lavorare per capire se l'esperienza del medico inglese poteva essere fantascienza o realtà", ha aggiunto.
"Il tumore prostatico ha un odore particolare e ora il prossimo passo sarà quello di capire quali sono le molecole e cosa annusa il cane", sottolinea l'esperto, il cui studio ha avuto suscitato l'interesse della comunità scientifica a livello mondiale. "Stiamo collaborando con Stati Uniti, Giappone, Olanda e Inghilterra - ha detto Traversa - per realizzare uno strumento in grado di affiancare il cane e per capire quale tipo di metabolismo neoplastico cellulare determina quell'odore particolare".