LA DENUNCIA DELLA CASA FAMIGLIA

Scuola negata a ragazzina con l'Aids, Stefania Giannini: "Tornerà in classe"

I genitori avevano scritto al ministro, che risponde: "Il dirigente scolastico pagherà". L'istituto aveva offerto "l'apprendimento a distanza".

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Ha l'Aids, ma ciò - come scrive la casa famiglia di Capodarco in una lettera al ministro dell'Istruzione e pubblicata su Avvenire - "non è pregiudizievole nei confronti dei bambini". Lo dice il medico ma ormai pure la letteratura scientifica. Ma la scuola media statale, dopo l'ok all'iscrizione di Francesca (nome di fantasia) ha fatto un passo indietro, offrendo alla ragazzina "l'apprendimento a distanza". Interviene il ministro: "Andrà a scuola".

"E' questa la buona scuola?", si chiedono nella lettera i genitori affidatari. Francesca, 11 anni, che ha anche problemi di disabilità, ha una storia familiare drammatica alle spalle ed è arrivata alla casa famiglia di Capodarco dopo il rifiuto di "svariate comunità educative del Napoletano". A questo si aggiunge un altro terribile rifiuto. Basilare per la crescita della piccola.

A luglio, scrivono, "il preside si era dichiarato disponibile ad accogliere la studentessa: aveva delle iscrizioni in esubero, ma confidava nell'intervento dell'Ufficio provinciale scolastico per autorizzare l'apertura di una nuova sezione". "Tale autorizzazione è arrivata ma, evidentemente, il dettaglio sulla patologia della bambina comunicatogli, così come consigliato dal professore che l'ha in cura, ha fatto la differenza".

E a settembre proprio quando la 11enne era già pronta ad andare a scuola, è arrivata un'altra comunicazione dall'istituto: "Le domande di nuove iscrizioni vanno oltre il limite massimo dei posti complessivamente disponibili nella nostra scuola, limite definito sulla base delle risorse di organico e relativamente alla capienza delle aule dell'edificio scolastico, come predisposto dagli enti competenti e pertanto allo stato attuale non possono essere accolte". Ed è arrivata l'offerta dell'apprendimento a distanza.

Ma la scuola, come scrive il professore Guido Gattinara del Bambin Gesù, "rappresenta per i bambini il momento principale di una crescita sociale e culturale 'normale', tanto più importante per coloro che sono affetti da una malattia cronica o che presentano situazioni familiari particolarmente problematiche".

"A un mese e mezzo dall'inizio dell'anno scolastico - conclude la lettera -, ci rivolgiamo a lei, signora ministro, perché non possiamo accettare una vicenda vissuta come una violenza istituzionale: è chiara la discriminazione perpetrata nei confronti della bambina da parte della scuola statale. È vero, signora ministro, che parte della scuola, in Italia nel 2015, ha paura?".

Francesca, specificano Fortunata e Antonio, è sostenuta dalla casa famiglia, ma anche dal Tribunale per i minorenni, dalla Procura, dagli assistenti sociali, dalla Asl e dalla sensibilità del vescovo di Aversa, che si è reso disponibile ad accogliere la piccola presso una struttura scolastica della diocesi. Ma dov'è lo Stato, con la sua buona scuola?

L'intervento del ministro Giannini: "Andrà a scuola" - "Quella bambina, che io chiamerò Francesca, entrerà in classe nei prossimi giorni. E quella città della Campania darà tutte le possibilità per farla rientrare a scuola. E se il dirigente scolastico ha rifiutato la sua iscrizione non per un ritardo tecnico ma per altro, allora pagherà per le su responsabilità". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini.