Musica a scuola, famiglia musulmana porta via la figlia: "E' contro il Corano"
Il progetto, in un istituto elementare di Torino, è nato proprio per integrare tra loro gli allievi, tutti di etnie e culture diverse. La polemica in un'assemblea di classe
Il progetto, avviato in una scuola dell'infanzia nel quartiere di Porta Palazzo a Torino, era nato proprio con l'intento di aiutare i ragazzi, di etnie e culture diverse, a integrarsi fra loro. Ma alla prima assemblea di classe dell'anno lo zio di una bimba marocchina, intervenendo con i genitori della piccola, ha dato il via alla sua battaglia contro l'iniziativa. Il progetto si farà e la bambina sarà trasferita. Imitata da un'altra famiglia.
Le maestre dell'istituto, all'incontro, hanno subito reagito all'attacco parlando della qualità dell'iniziativa e testimoniando l'ottima accoglienza della proposta da parte dei bambini, come racconta la "Stampa". Ma non c'è stato niente da fare: i parenti della piccola, pare facendo riferimento al modello per la "richiesta di esenzione dall'uso di strumenti musicali" che si legge sul sito internet civiltàislamica.it, non ne hanno voluto sapere di accettare un progetto educativo del genere, battezzato "Crescere in orchestra", dal momento che la musica non è in linea con le prescrizioni coraniche.
Le insegnanti hanno detto di aver avuto l'impressione di una vera e propria organizzazione preventiva dei genitori per contrastare il progetto e hanno temuto che lo zio della piccola potesse trovare altri "seguaci". Anche se, sottolinea la preside Concetta Mascali, "ci sono state diversefamiglie arabe che si sono subito dissociate". D'altra parte, proprio poco fa l'imam di Vicenza è stato espulso dopo aver convinto i bambini a tapparsi le orecchie per non ascoltare le lezioni di musica che sarebbero "peccato".
I genitori sono stati successivamente convocati di nuovo, insieme ai rappresentanti di due moschee della zona, in una nuova assemblea in cui insegnanti e preside hanno voluto spiegare di nuovo il senso dell'iniziativa. A quel punto sono emerse alcune difficoltà economiche delle famiglie per sostenere il progetto. E pare che queste difficoltà saranno risolte. Almeno per le altre famiglie, quelle che sono rimaste.
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