Sarebbe stato colpito frontalmente con un proiettile al cuore, mentre si trovava sulle scale esterne dell'abitazione e non era ancora entrato in casa, il giovane ladro ucciso da Francesco Sicignano a Vaprio d'Adda, nel Milanese. Ma il pensionato, indagato per omicidio volontario, contesta la ricostruzione: "Gli ho sparato dentro casa". Il giovane, 22enne albanese con numerosi precedenti, era giunto in Italia nel 2012 ed era stato espulso nel 2013.
Francesco Sicignano, che ha un piccolo precedente penale, si è presentato mercoledì mattina in Procura accompagnato dal figlio e dal suo difensore, Antonella Pirro. "Per ora preferisco non rilasciare dichiarazioni, ci sono indagini in corso", ha spiegato ai cronisti al termine dell'interrogatorio, durato circa un'ora e mezza, nell'ufficio del pm Antonio Pastore. Di fronte al magistrato il 65enne ha raccontato la sua versione dei fatti: "Gli ho sparato dentro casa, lui era minaccioso e poi si è trascinato fuori sulle scale esterne ancora vivo".
"Niente sangue in casa" - Gli inquirenti, tuttavia, non hanno trovato tracce di sangue nella casa di Vaprio d'Adda. Da qui l'ipotesi, confutata dal pensionato, che l'uomo abbia aperto il fuoco contro il 22enne quando questo era ancora fuori dall'abitazione.
L'avvocato: "Si è difeso da aggressione" - "Il mio assistito ha raccontato di aver visto l'ombra di un uomo nella cucina della sua casa, e di avergli detto 'cosa stai facendo': a quel punto l'uomo invece di allontanarsi gli è venuto incontro come per aggredirlo e lui ha sparato". Lo ha detto l'avvocato Pirro, difensore di Sicignano.
"Sparo dall'alto verso il basso" - Il proiettile che ha ucciso il ladro albanese avrebbe avuto una traiettoria dall'alto verso il basso, compatibile con un colpo sparato dalla cima delle scale verso i gradini più in basso. E' un altro aspetto emerso dalle indagini. Non risulterebbero nemmeno segni di effrazione in casa.
Dai primi accertamenti, quindi, sembrerebbe che la traiettoria del proiettile abbia avuto un percorso dall'alto verso il basso. Tanto che, da quanto si è saputo, il pm avrebbe contestato all'indagato, che sostiene di aver sparato al ladro nella cucina di casa, questo fatto chiedendogli: "Scusi ma lei è salito su una sedia per sparare?".
Non è tutto. Sicignano ha raccontato che l'albanese, una volta colpito, sarebbe riuscito a uscire di casa e sarebbe poi morto sulle scale esterne. Colpito da un proiettile al cuore, però, stando alla versione dell'indagato, l'uomo avrebbe dovuto prima uscire da una finestra per poi passare su una grondaia e su un terrazzo e, infine, arrivare alle scale. Cosa che gli inquirenti ritengono poco probabile.
Serviranno, però, gli esami balistici per ricostruire meglio la traiettoria del proiettile, mentre allo stato non risulterebbero nemmeno segni di effrazione sulle porte o sulle finestre di casa. Intanto, l'autopsia sul corpo della vittima è stata fissata per lunedì 26 ottobre.
Renzi: errore fare del pensionato un eroe - "Quando la magistratura indaga la politica deve tacere. Fare del pensionato un eroe penso sia un errore innanzitutto per la persona e per le dinamiche che non sono chiare". Lo ha detto Matteo Renzi a Otto e mezzo. "Chi si trova in casa qualcuno ha una reazione comprensibile ma il codice dice ci deve essere proporzionalità".
Malan: "La legge c'è si applichi" - Dopo Salvini e Maroni, sulla vicenda è intervenuto anche il senatore Lucio Malan di Forza Italia ricordando il ddl presentato dal senatore Furio Gubetti (FI) nel 2002: "Grazie alla legge 59 del 2006, il codice penale specifica che è legittimo usare un'arma legittimamente detenuta per difendere la propria vita, quella dei familiari e i propri beni contro chi viola il domicilio". Il senatore ha affermato che quando hanno scritto e approvato la legge stavano pensando proprio a un caso come quello del pensionato di Vaprio d'Adda.