DISCO D'ESORDIO

Fabio Curto: "Il talent non mi ha cambiato e non rovinerà la mia identità musicale"

Tgcom24 ha incontrato il vincitore della terza edizione di The Voice of Italy, che ha pubblicato l'album di debutto, supervisionato da Roby Facchinetti

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C'è tutto il percorso a "The Voice of Italy 2015", nell'album di debutto di Fabio Curto, vincitore della terza edizione sotto la guida del Team Facchinetti, composto da Francesco e Roby che ha supervisionato il disco. Un'esperienza che il 28enne polistrumentista definisce "travolgente", ma che, giura, "non mi ha cambiato di una virgola". "Non ho paura di rovinare la mia identità musicale, non mi pongo limiti, datemi solo tempo", dice a Tgcom24.

"In questo album, chi ha seguito "The Voice" ritrova i pezzi che mi hanno portato alla vittoria", spiega Fabio Curto. Tre inediti - che il cantante, nato ad Acri, ma bolognese d'adozione, definisce "esperimenti" - e quattro cover. Sono sette le tracce racchiuse nel disco omonimo, uscito il 16 ottobre e anticipato dal singolo "Non mi assolvo", scritto da Stefano D'Orazio e composto da Roby Facchinetti. "Questa canzone è stata un dono di una persona, Roby , che di doni me ne ha fatti tanti. Mi ha chiamato e mi ha detto: 'Vorrei tanto che la cantassi tu'", racconta Fabio Curto, rivelando però di sentire più "suo" il primo inedito realizzato, "L'ultimo esame", scritto con L'Aura e prodotta da Simone Bertolotti ed Emiliano Bassi.

Figlia del background musicale di Curto è invece "Tu mi fai impazzire". Scritto tutto da solo, pescato tra i molti pezzi già pronti e preparati per l'orchestrina balcanica di cui faceva parte prima del talent, il brano è stato riarrangiato. "Qualcuno dice che somiglia a 'Non vivo più senza te' di Antonacci, ma se togli al fisarmonica casca il paragone. Altri dicono che c'è un che di Celentano. E' un pezzo più fresco e ritmato, pensato per l'estate", spiega.

Nel disco anche le cover di "Take Me To Church", di Hozier, "Emozioni" di Lucio Battisti, "The Scientist" dei Coldplay e "Hallelujah" di Leonard Cohen. "Sono quelle venute meglio durante la trasmissione – spiega Curto - i pezzi vincenti, Halleluja su tutti". Brani che i fan hanno apprezzato, anche se qualcuno ha protestato: "Molti vogliono sentire il folk che facevo una volta, ad altri piace la nuova linea – dice Fabio - Io mi sento pronto a cercare il giusto mix, senza rovinare la mia identità musicale. Non ho paura di questo. Non ho fretta di fare l'album della vita, per me è importante fare buona musica".

La voglia di mettersi alla prova non gli manca. Come il materiale e le idee chiare: "Se continuerà la collaborazione con Simone Bertolotti, il prossimo lavoro sarà molto interessante".– dice sicuro- "L'unica cosa che mi serve è il tempo, per il resto di musica ne ho a tonnellate. Mi piacerebbe fare un album in inglese o uno misto, perché penso che la mia vocalità in inglese si esprima meglio. Mi piacerebbe fare un percorso alla Ben Harper: fare cose diverse senza compromettersi".

Con Roby Facchinetti è nata un'amicizia - "Ci sentiamo un paio di volte a settimana. Ha creduto davvero in me", dice – ma il talent ha portato soprattutto la popolarità. "Dopo la vittoria è stato un assedio psicologico. Non so dove ho trovato la forza di affrontarlo – racconta - Al mio paese avevo la gente attaccata al campanello di casa, sono andato a vivere da un'altra parte". Un vero e proprio ciclone, ma Fabio Curto giura: "Dentro di me è cambiato ben poco. Me lo conferma chi mi conosceva prima e quando te lo dicono le persone che ti vogliono bene c'è da fidarsi".