NESSUN RIPENSAMENTO

Marino: "Impossibile andare avanti, ora salvare il lavoro fatto in due anni"

Il sindaco di Roma, incontrando i presidenti dei quindici municipi della Capitale, ha spiegato che, con la sfiducia delle forze che lo sostenevano, sarebbe impossibile governare la città

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Saranno dimissioni che diventeranno "effettive e irrevocabili nell'arco dei venti giorni successivi" quelle che il sindaco di Roma Ignazio Marino formalizzerà lunedì. Ad annunciarlo è stato lo stesso sindaco durante l'incontro con i presidenti dei quindici Municipi della Capitale, i cosiddetti "minisindaci". Secondo quanto si apprende in Campidoglio, non ci saranno dunque ripensamenti.

Marino: "Impossibile andare avanti" - Marino avrebbe quindi spiegato la sua decisione di dimettersi in quanto impossibile andare avanti. "Se le forze che mi sostengono (Pd e Sel, ndr) hanno comunicato di essere pronte a presentare una mozione di sfiducia vuol dir che non c'è piu' fiducia in me, e quindi non passerebbe in Aula nemmeno un provvedimento. Per questo è finita", ha detto infatti il primo cittadino della Capitale.

Corsa contro il tempo per sbloccare provvedimenti e opere messe in cantiere dall'Amminstrazione Marino - Doccia fredda quindi per chi si aspettava che dall'incontro con i minisindaci potessero uscire prospettive diverse rispetto alle dimissioni. Adesso si prospetta una corsa contro il tempo, poco, per mettere nero su bianco le priorità di ogni municipio.

I presidenti dei quindici Municipi adesso, nei 20 giorni che passeranno per rendere esecutive le dimissioni, avranno un compito: mettere nero su bianco atti, provvedimenti e opere che nei prossimi venti giorni dovranno essere sbloccati dall'Amministrazione.

Marino: "Necessario non cancellare il lavoro fatto in due anni" - "La nostra priorità è non cancellare, al di là delle vicende politiche - ha spiegato Marino - il lavoro impostato in questi due anni, perché questo fa una classe dirigente responsabile verso i cittadini. L'incontro è servito a ribadire il grande lavoro fatto da ciascun presidente, nell'ambito di una vittoria storica che ha portato al governo dei territori persone giovani, la cui capacità di innovazione e di ascolto non va perduta".