VIOLENZA IN MEDIO ORIENTE

L'Intifada dei coltelli non si ferma: pugnalati 4 israeliani e uccisi 5 palestinesi

Escalation di violenza in Medio Oriente. Tel Aviv richiama i riservisti. John Kerry tenta la mediazione tra Abu Mazen e Benjamin Nietanyahu

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Alta tensione in Israele. Due palestinesi, tra cui un ragazzo, sono stati uccisi dalle forze di sicurezza israeliane a Gerusalemme e altri due ragazzini sono morti a sud di Gaza, presso Khan Yunis, negli scontri con l'esercito di Tel Aviv. Un quinto palestinese è morto nella notte tra venerdì e sabato colpito dagli agenti duranti disordini nei pressi del campo profughi di Shuafat (Gerusalemme).

Cinque israeliani accoltellati - La giornata di sabato ha visto proseguire gli accoltellamenti di israeliani da parte di palestinesi: cinque le persone ferite in due attacchi terroristici a Gerusalemme. E proprio due degli attentatori risultano essere tra le cinque vittime palestinesi della giornata.

Il primo accoltellamento della mattina di sabato è avvenuto nei pressi della Porta di Damasco, dove un palestinese ha aggredito due israeliani di circa 60 anni che hanno riportato ferite non gravi. Subito dopo è stato ucciso dalla polizia. Il secondo attentato è accaduto proprio davanti la Porta di Damasco, che immette nella Città Vecchia: un altro palestinese ha aggredito a coltellate tre agenti di polizia, ferendoli. Poi è stato colpito a morte dal fuoco di reazione di altri agenti.

Tensione a Gaza, "sfondata" frontiera: nei disordini uccisi due ragazzini - A Gaza manifestanti palestinesi si sono scagliati contro la barriera di protezione, lanciando sassi e bottiglie incendiarie ai soldati. Una parte dei manifestanti, secondo l'esercito, è riuscita ad entrare in territorio israeliano. E qui sono registrate le altre due vittime palestinesi, due ragazzini di 15 e 13 anni uccisi e nel corso degli scontri dai soldati israeliani.

Scontri in molte città miste di Israele - La tensione sul campo non accenna dunque a scendere e sempre nella giornata di sabato si sono avuti scontri a Gerusalemme est, a Ramla (nel centro di Israele), a Umm el Fahem (nord di Israele), a Hebron in Cisgiordania con decine di feriti, secondo fonti palestinesi, negli incidenti.

Israele richiama i riservisti - Di fronte alla realtà che si aggrava sul campo, l'esercito - dopo il razzo piovuto da Gaza su Israele nella notte tra venerdì e sabato - ha deciso di schierare una batteria di Iron Dome a Beersheva, mentre la polizia ha richiamato in servizio centinaia di riservisti della guardia di frontiera da dislocare nelle città israeliane a popolazione mista.

Kerry fa appello per un ritorno alla calma - Nel tentativo di allentare una situazione sempre più di allarme, il premier Benjamin Netanyahu in un colloquio telefonico con il segretario di Stato Usa John Kerry ha chiesto che l'Autorità nazionale palestinese (Anp) fermi "l'istigazione selvaggia" che ha portato all'attuale ondata di violenza in Israele e nei Territori. E gli Usa - ha fatto sapere l'ufficio del premier - hanno detto di essere "consapevoli che Israele non intende cambiare lo status quo sulla Spianata delle Moschee".

Intenzione invece questa denunciata dai palestinesi, a partire dal presidente Abu Mazen che, in un colloquio con Kerry, ha chiesto al segretario di Stato Usa di "fermare le autorità israeliane" che "proteggono i coloni", ammonendo che la situazione potrebbe diventare "incontrollabile". L'Anp in una nota, citata dai media, ha denunciato che da "inizio ottobre sono stati uccisi 17 palestinesi e altri 1.000 sono stati feriti".