Cognome "scomodo" quello del piccolo studente di 10 anni di Bari che si è visto rifiutare la possibilità di iscrizione in quattro istituti del capoluogo pugliese. La sua "colpa" è quella di essere il figlio di un boss in carcere. La madre, indignata per l'accaduto, ha deciso di mobilitare, oltre il comune e l'ufficio scolastico, anche i carabinieri, non sporgendo tuttavia alcun tipo di denuncia. Il bambino aspetta ancora di cominciare il primo giorno di prima media, rimandato a causa dei tentennamenti delle scuole interpellate che si sono giustificate con il fatto di essere 'piene'.
Alle rassicurazioni del direttore scolastico regionale, Anna Cammalleri, segue il disappunto del sottosegretario all'istruzione, Davide Faraone che scrive sul suo profilo Facebook: "Il figlio di un boss ha diritto all'Istruzione? "Per noi sì. Ancora un caso di discriminazione. Un bambino pugliese, 'con la colpa' di avere un padre in carcere. Quattro scuole del territorio hanno respinto la sua richiesta di iscrizione. Proprio lui che, forse più di altri necessita di un ambiente-scuola stimolante e soprattutto alternativo a qualsiasi forma di devianza".