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Disboscamento, un progetto italiano "salva" 1.600 ettari di foresta in Madagascar

Un risultato rincorso per dieci anni da Universit� di Torino e parco Natura Viva: l'ecosistema del Maromizaha � diventato area protetta per decreto governativo

Grazie all'impegno dell'unica stazione di ricerca italiana in Madagascar, tagliare e bruciare i 1.600 ettari della foresta pluviale di Maromizaha, nella parte centro-orientale dell'isola, � diventato illegale. Si tratta di un risultato rincorso per dieci lunghi anni dal dipartimento di Scienze della vita dell'Universit� di Torino, in collaborazione con il parco Natura Viva di Bussolengo. L'area � diventata riserva protetta per decreto governativo e ospita circa tremila lemuri, alcuni dei quali ad alto rischio estinzione.

Lo status di area nazionale protetta "� il risultato di dieci anni di attivit� al fianco della popolazione locale e potrebbe salvare la vita a 13 delle specie di lemuri pi� a rischio di estinzione che vivono in Madagascar, in costante declino a causa della deforestazione indiscriminata", spiega Cristina Giacoma, direttrice del dipartimento di Scienze della vita dell'Universit� di Torino.

Specie in pericolo - Tra gli esemplari che popolano l'area protetta, chiamata anche "foresta pluviale degli alberi dragoni di Maromizaha", figura anche l'Indri. Si tratta del primate pi� grande dell'isola, che non vive in alcun parco zoologico del mondo perch� nessuno � mai riuscito ad allevarla con successo fuori dal proprio habitat. L'animale, che emette un canto unico udibile fino a quattro chilometri di distanza, conta meno di 10mila esemplari.

La minaccia del "taglia e brucia" - I lemuri e il loro habitat sono minacciati dalla pratica del "taglia e brucia", in malgascio "tavi": le popolazioni locali abbattono gli alberi e poi appiccano il fuoco, per ricavarne carbone vegetale o nuovo terreno da coltivare. Una pratica che, assieme all'estrazione mineraria, ha contribuito alla scomparsa del 90% della foresta primaria esistente sull'isola.

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