Greta e Vanessa, per i siriani venne pagato un riscatto di 11 milioni
Uno dei rapitori condannato dal tribunale islamico per essersi intascato quasi metà dei soldi versati ai signori della guerra
Per il rilascio di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due ragazze italiane rapite in Siria nel luglio 2014 e liberate nel gennaio 2015, sarebbe stato pagato un riscatto di circa 11 milioni di euro. Lo dicono fonti giudiziarie di Aleppo, secondo cui una delle persone coinvolte nel negoziato è stata condannata per essersi intascata circa metà del riscatto. Si tratta di Hussam Atrash, uno dei signori della guerra locali e capo del gruppo Ansar al Islam.
A decidere la pena per Atrash è stato il "tribunale islamico" del movimento Nureddin Zenki, una delle milizie già indicata come coinvolta nel sequestro.
La condanna è stata emessa il 2 ottobre dal tribunale Qasimiya del movimento Zenki nella provincia di Atareb. Secondo il testo Atrash, con base ad Abzimo, la località dove scomparvero Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, si intascò cinque dei dodici milioni e mezzo di dollari, equivalenti a poco più di undici milioni di euro. I restanti sette milioni e mezzo, dicono affermano fonti di Atareb, sono stati divisi tra i restanti signori della guerra locali.
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