In un'intervista a "la Repubblica", Matteo Renzi traccia la sua road map. Dice di volere un Pd unito, anche se tra i dem c'è ancora chi "non ha elaborato il lutto della sconfitta"; riflette che "tutti evocano Verdini anche vedendolo dove non c'è, come un mostro di Lochness nostrano". E sul fisco conferma per il 2017 la riduzione dell'Ires, l'imposta sul reddito delle società, e qualche "sorpresa positiva" nel 2016.
"L'Italia è ripartita. Ma non lo dico io, lo dicono i numeri Istat, Fmi, Inps. Tutto questo è frutto delle riforme", spiega Renzi. Ora "la vera questione è creare un clima di fiducia" per portare a rimettere in circolo i consumi. E dice che è "falso" parlare ditagli alla Sanità, dove invece "l'aumento di fondi è costante".
E sulla politica estera ribadisce: "Non sarà semplicemente aiutando Assad che bloccheremo l'Isis. Né considerandolo l'unico problema come fanno in modo altrettanto banale altri". Il presidente del Consiglio aggiunge che per la Siria occorre un progetto pluriennale e osserva che nessun leader occidentale può pensare che si possa "appaltare Damasco alla Russia o al tandem russo-iraniano".