I dati dell'Ance

Costruzioni: l'internazionalizzazione delle imprese italiane

Secondo l'Ance, operano in circa 90 Paesi, con un fatturato estero in continua crescita

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L'Associazione nazionale dei costruttori edili intende centrare un obiettivo: aiutare le imprese italiane – specie quelle di piccole e medie dimensioni – ad incrementare la loro presenza sui mercati stranieri, che possono rappresentare un'importante opportunità di crescita.

Come intende riuscirci? Attraverso una guida che illustra gli strumenti finanziari ed assicurativi a sostegno dei progetti di internazionalizzazione. La guida elenca le forme di finanziamento e copertura del rischio attivabili, contiene una descrizione della disciplina comunitaria e nazionale in materia di appalti pubblici e informazioni legislative per partecipare ad appalti extra-Ue.

Quanto basta per poter aiutare le imprese del nostro Paese ad aumentare ulteriormente la loro presenza all'estero. Una presenza già consistente, a dire la verità. Secondo l'Ance, infatti, le aziende italiane operano in circa 90 Paesi nei cinque Continenti, con un fatturato estero in crescita continua e ad oggi pari ad oltre 100 miliardi di euro. Il 2014 è stato un anno – l'ottavo consecutivo, per l'esattezza – estremamente positivo per le imprese italiane all'estero, sia in termini di fatturato sia di commesse acquisite.

Si tratta notizie positive per il comparto delle costruzioni, che ha vissuto momenti particolarmente difficili negli ultimi anni e non solo in Italia. Negli ultimi tre anni, il calo dell'occupazione nelle costruzioni ha coinvolto tutti i Paesi europei. Tuttavia, secondo una stima di Confartigianato, tra il 2012 e il 2015, oltre il 50% dei posti di lavoro persi nel settore a livello europeo si è concentrato nel nostro Paese.


A fronte di 502.300 occupati in meno in tutta l'Unione europea a 28 tra il 2012 e il 2015, pari ad un calo del 3,4%, soltanto in Italia, i posti di lavoro persi sono stati 254.500, pari ad una riduzione del 15,1%.