Una proteina contenuta negli spermatozoi potrebbe essere la chiave per ottenere il "pillolo", il farmaco contraccettivo maschile inseguito da decenni senza successo. A rivelarlo è una ricerca giapponese dell'Università di Osaka, pubblicata su Science, che ha individuato nei topi la cosiddetta calcineurina. Si tratta di una molecola presente anche negli uomini che svolge un ruolo di primo piano nel regolare la fertilità maschile.
In realtà la proteina era stata individuata in passato, ma capire quale ruolo svolgesse è sempre stato difficile. Nei testicoli infatti ne esistono diverse varianti, tutte diverse fra loro. Il lavoro dei ricercatori giapponesi ha selezionato man mano le strutture più importanti, fino a concentrarsi su due versioni.
Spermatozoi inerti, ma "mobili" - Dai test effettuati su topi di laboratorio è emersa la possibilità di modificare la calcineurina, ossia provocare una mutazione in modo da rendere gli animali non più fertili, senza impedire loro di avere rapporti sessuali. La versione modificata della proteina non impedisce il movimento degli spermatozoi, anche se questi non erano comunque in grado di fecondare l'ovulo.
Verso la pillola maschile - Per bloccare l'attività della calcineurina i ricercatori hanno utilizzato farmaci già noti e hanno verificato che i topi diventano infertili nell'arco di 4-5 giorni. Interrotta la somministrazione del farmaco, i roditori sono tornati a essere fertili nell'arco di una settimana dopo la sospensione del farmaco. Dato che la stessa proteina è presente anche negli uomini, i ricercatori ritengono che in futuro si potrà arrivare a sviluppare un contraccettivo maschile basato sull'inibizione di questa proteina.