Ci sarebbero responsabilità organizzative nella missione in cui, il 19 agosto 2014, due Tornado si scontrarono nei cieli di Ascoli Piceno provocando la morte dei quattro militari a bordo. Lo afferma la consulenza tecnica, svolta da due esperti dell'Aeronautica, ordinata dalla procura ascolana nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria.
I Tornado si scontrarono sopra Venarotta durante una esercitazione. L'urto provocò la morte di Mariangela Valentini e Alessandro Dotto, entrambi piemontesi, Giuseppe Palminteri e Piero Paolo Franzese.
Gli inquirenti, alla luce dei risultati della consulenza tecnica, devono decidere le loro prossime mosse. Il fascicolo è aperto per disastro e omicidio colposi.
L'incidente sopra Venarotta - I Tornado si scontrarono sopra Venarotta a circa 300 metri dal suolo durante una esercitazione dopo essere decollati dalla base militare di Ghedi (Brescia). La palla di fuoco e il boato furono visti e sentiti a venti chilometri di distanza. Detriti in fiamme si sparsero per le colline. E non mancarono le polemiche sull'opportunità di allestire missioni del genere in prossimità dei centri abitati.
L'indagine della procura militare di Verona - Anche la procura militare di Verona ha un'indagine in corso. I primi accertamenti degli investigatori scaligeri hanno confermato che uno dei due velivoli, quello pilotato dal capitano Valentini, non si trovava all'altezza prevista: era stato spiegato, però, che questo non significava necessariamente che ci fosse una qualche responsabilità dell'ufficiale alla cloche.
L'indagine della procura di Ascoli Piceno - La consulenza ascolana, invece, punta in un'altra direzione: e avrebbe fatto emergere una serie di manchevolezze che vanno al di là del comportamento degli equipaggi. "Non vogliamo gettare la croce su nessuno - spiega la famiglia di una delle vittime piemontesi, presente nel procedimento in qualità di persona offesa - ma chiediamo solo che sia fatta completa chiarezza. Perché è evidente che qualcosa non ha funzionato".